HomeMostre ed EventiProrogata la mostra dedicata a Chagall e Mirò

Prorogata la mostra dedicata a Chagall e Mirò

Per il grande successo ottenuto, rimarrà aperta al pubblico ancora qualche giorno la mostra Marc Chagall-Joan Miró. Magia, grafia, colore. Allestita nelle sale Santa Caterina e Claudio Tolomei di Palazzo Squarcialupi a Siena, la mostra è stata, infatti, prorogata fino a martedì 1 maggio 2007.

Organizzata dal Comune di Siena (Assessorato alla Cultura) e dall’Istituzione Santa Maria della Scala, in collaborazione con la Fondazione Antonio Mazzotta e la Fondazione Maeght, la mostra è sostenuta dalla Fondazione Monte dei Paschi e realizzata con il contributo della Banca Monte dei Paschi, main sponsor dell’iniziativa.

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L’esposizione presenta una selezione raffinatissima e inedita per l’Italia di opere grafiche di Marc Chagall (Vitebsk 1887  – Sant-Paul-de Vence 1985) e Joan Miró (Montroig-Barcellona, 1893 – Palma di Maiorca, 1983) provenienti dalla Fondazione Maeght di Saint-Paul-de-Vence.
Questa importante istituzione sita nei pressi di Nizza, inaugurata nel 1964 per volere e con il sostegno dei coniugi Maeght, è la seconda sede espositiva per l’arte moderna e contemporanea in Francia, dopo il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, e raccoglie opere di artisti del Novecento quali Pierre Bonnard, Georges Braque, Fernand Léger, Marc Chagall, Alberto Giacometti.

L’insieme architettonico della Fondazione Maeght è stato concepito per presentare l’arte moderna e contemporanea in tutte le sue forme ed espressioni. Pittori e scultori hanno collaborato con l’architetto catalano Josep-Lluis Sert, creando opere, spesso gigantesche, integrate alla costruzione come alla natura circostante.

Il rapporto assolutamente unico tra Miró e l’istituzione francese è molto noto. Per la Fondazione francese, Miró ha realizzato l’ambientazione ideale alle proprie opere e ne ha progettate di nuove adattandole agli spazi, come l’arco d’ingresso della Fondazione o lo straordinario “labirinto” di ceramiche monumentali e bronzi. Chagall, che nel 1949 si  trasferisce a Vence, iniziando a dedicarsi a nuovi mezzi espressivi (ceramica, scultura, mosaico, vetrata e grafica, soprattutto litografie), per la Fondation ha realizzato un bellissimo e immenso mosaico, Les Amoureux (1964-67), di cui in mostra è esposto  l’acquarello preparatorio del 1963-64.

Presso Marguerite e Aimé Maeght, Miró e Chagall furono “inventori di forme” e “prestigiatori del colore” – sottolinea Païni nella sua introduzione alla mostra. “Di rado associati  in questa prospettiva: lo Chagall mistico e aereo e il Miró tellurico e materialista, trovano qui l’occasione di un dialogo fatto di opposti e somiglianze”.

A tal fine il curatore ha selezionato per la mostra numerose opere di Marc Chagall tra cui, oltre all’acquarello appena citato, litografie a colori realizzate negli anni Cinquanta e Sessanta, un Bozzetto per un foulard (gouache su carta) del 1957,  uno straordinario Paravento del 1963 composto da 4 litografie originali e un monotipo realizzato poco prima della sua morte nel 1985.
Diverse decine tra acqueforti, acquatinte, litografie a colori di Joan Miró realizzate tra il 1938 e il 1968, fanno da contrappunto al mondo fiabesco di Chagall. Tra esse alcuni cicli significativi come “Serie nera e rossa” (1938) e la “Serie Barcellona” (1944), ma anche litografie colorate di grandi dimensioni come La Conversazione su tela di juta (1969) e La signorina con le farfalle (1971); acqueforti, acquetinte e carborundum come La signorina a dondolo  su carta chiffon de Mandeure (1969), Il cosmonauta (1969), Il gufo blasfemo (1975), Galatea IV su carta Arches (1976), L’aigrette rossa  (1976) e L’Egiziana (1947).

Dominique Païni ha voluto accostare per la prima volta questi due artisti che hanno sperimentato l’arte incisoria in tutte le sue complessità e varianti. Nelle loro opere segno e colore si fondono dando nuovo impeto alla loro produzione artistica.
Nel catalano Miró si nota una libertà estrema nell’utilizzo del suo repertorio grafico di linee, segni e macchie da cui emergono lo spirito ludico e tutte le suggestioni e invenzioni derivate dal surrealismo.
Marc Chagall inizia a dedicarsi all’opera incisoria a partire dal 1922 e la sua prima produzione  (le Anime morte e la Bibbia) è molto conosciuta dal grande pubblico. Negli anni del secondo dopoguerra l’artista incomincia però ad utilizzare il colore, che lo aiuta a trasmettere i suoi pensieri. La città di Parigi (La Domenica, 1954) con La Torre Eiffel (Torre Eiffel con asino rosso, 1954), La Bastiglia  (1954), Il  Panthéon (1954), ma anche Il mostro di Notre-Dame (1954), gli acrobati e i clown, i fiori (Il bouquet verde e viola, 1959) e la luna sono alcuni dei temi delle sue grafiche, esposte in mostra, in cui si nota lo stesso clima onirico e spirituale dei dipinti.

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