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Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili

Renzo PianoResterà aperta fino al 16 settembre 2007, alla Triennale di Milano, la mostra monografica sull’opera di Renzo Piano dal titolo Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili. La mostra, che ha aperto la IV edizione della Festa per l’Architettura, presenta disegni originali, progetti e modelli che documentano la produzione di più di quarant’anni di attività del grande architetto genovese, sullo sfondo delle trasformazioni che hanno segnato il passaggio dalla città industriale del XX a quella post-industriale del XXI secolo.

I progetti di Renzo Piano possono essere letti come un tentativo di riprendere e rilanciare la tradizione umanistica della città europea, ridiscutendone i principi insediativi nell’ambito della cultura contemporanea.
Reclamation of the old port, 1985-1992 - Foto Studio Merlo - Copyright RPBW, Renzo Piano Buildin WorkshopDal prototipo parigino del Beaubourg alla riconversione torinese del Lingotto, dalla Cité Internationale di Lione al porto di Genova, alla berlinese Potsdamerplatz, Renzo Piano ha lavorato alla trasformazione del vecchio modello di città industriale in quello di città dell’informazione e della cultura. Gli esperimenti sulle brown areas di Milano e di Sesto San Giovanni, di Lione e di Parigi, di Harlem a New York, etc. mostrano invece il passaggio dalla città della produzione a quella degli scambi.

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La città di Piano propone un’idea di spazi multifunzionali che traducono l’irrequietezza della contemporaneità attraverso l’esaltazione della complessità, della trasparenza e della permeabilità.
Il lavoro su una tipologia architettonica consolidata, come il grattacielo, ridefinisce i rapporti tra pubblico e privato, come dimostrano i casi del New York Times e della London Bridge Tower.

Foto di Francesco Radino - Copyright Francesco Radino - Foto dell’allestimento della mostra svoltasi l’anno scorso presso il Los Angeles County Museum of ArtI progetti di Piano agiscono sulla stratificazione e sull’addizione per ricreare la complessità del contemporaneo. A questo si aggiunge l’attenzione all’uso del verde che dimostra l’importanza riconosciuta all’elemento naturale nell’ambito progettuale.
Milano come a New York o a Genova o a Roma, le tracce del passato non sono rimosse ma reintegrate, utilizzando l’ideale della leggerezza come ipotesi progettuale.

Le città visibili lancia dunque un’interpretazione dell’opera di Renzo Piano imperniata sulla centralità della visione urbana attraverso i progetti, raccolti in alcuni nuclei fondamentali: la città delle arti, la città della musica, la città delle acque, le città d’affezione (Parigi, New York, Genova, Milano).

La mostra, curata da Fulvio Irace, è accompagnata da un catalogo pubblicato da Electa.

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