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San Francesco di Paola, Giovanni Paolo II e dintorni in “Francesco un nome un destino”

Copertina del libro di Manuela Tulli, Francesco un nome un destinoSan Francesco di Paola è il patrono della città dove sono nato (Corigliano Calabro, sede del quarto convento dei Minimi costruito dal Santo), lo stesso Santo è copatrono con San Marco Evangelista della città dove oggi risiedo (San Marco Argentano). In Calabria è difficile sfuggire a questa gradita fatalità di avere come patrono il Santo di Paola.

Ricordo anche che la città di San Marco Argentano è il luogo dove si trova il Convento dei Frati Minori in cui San Francesco (pare tredicenne) restò un anno per sciogliere il voto fatto a San Francesco di Assisi dal papà Giacomo D’Alessio e dalla mamma Vienna, per avere Egli guarito il loro figlio da un male agli occhi.
Spesso mi capita di soffermarmi in silenzio presso il giaciglio col cuscino di pietra del Romitorio di San Brangischielli (San Franceschiello) a Corigliano Calabro, o presso quello del Romitorio d’ A Biniditta (La Benedetta) a San Marco Argentano, e di meditare sulla spiritualità di questo grande Santo della Calabria, nato a Paola nel 1416 e morto a Tours nel 1507, del quale mi sono interessato in più occasioni(1) .

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Ma a farmi ritornare sull’argomento, ora di grande attualità, visto che stiamo vivendo il quinto centenario della morte del nostro Santo, è il volume Francesco, un nome un destino di Manuela Tulli , edito da Laruffa di Reggio Calabria.

Si avverte chiaramente nel libro della Tulli, giornalista dell’Ansa di Roma, la capacità di aver saputo cogliere nel vasto materiale (testi, agiografie, studi, traduzioni), riguardante San Francesco di Paola, quanto vi è di essenziale, di importante e di inconfutabile.
È un condensato, appassionato e appassionante, offerto a tutti per una meditazione necessaria sul “Minimo dei Minimi dei servi di Gesù”, sul “maestro dei grandi della terra”, uno dei più grandi Santi della storia della Chiesa, patrono della Calabria, di numerosissimi paesi e di tante città in Italia (fra cui, oltre a Paola, citiamo Paterno, Corigliano Calabro, Milazzo, Lamezia, Catona, Maida, Cinquefondi, Marcellinara, Cariati, Palermo, Trapani, Marsala, Caltagirone, Nicosia, Marettimo, Gela, Cagliari, Otranto, Napoli, Genova, Oneglia) e nel resto del mondo (ricordiamo per la Spagna Madrid, per la Francia Frejus, per il Canada Montreal, per gli USA Frankfort, per l’Argentina Uquia(2) , per il Brasile Sâo Francisco de Paula, città più comunemente nota come San Chico).

Manuela Tulli e l’editore Laruffa non vogliono farci perdere l’occasione per “conoscere meglio, a 500 anni dalla morte, un Santo straordinario di cui ci resta forte il messaggio, valido oggi come cinque secoli fa: «a chi ama Dio tutto e possibile»”.
Leggendo questo libro su San Francesco di Paola, eremita, taumaturgo, difensore dei poveri e ambasciatore di pace, appare evidente che la materia viene trattata tenendo lontano il fanatismo religioso e sottolineando l’essenza di Dio come fonte di vita. Non solo, ma nonostante l’autrice ci avvisi che si tratta di “un taccuino di appunti”, del “bloc-notes di una cronista che nulla ha a che fare con studi e saggi che sul Santo sono stati ampiamente pubblicati” (p. 17), l’opera presenta due pregi, il primo quello di essere propedeutico per chi si vuole avvicinare alla santità del Frate di Paola, il secondo quello di attualizzare con intelligenza e passione la materia, da renderla appassionante per tutte le età.

Ci troviamo insomma di fronte ad una sintesi essenziale e bene equilibrata. Il racconto e le riflessioni sono organizzati in undici capitoli. Nel primo capitolo, intitolato Francesco, nel nome un destino, l’attenzione è rivolta alla vita, al secolo in cui il Santo visse, alle sue opere, negli altri invece, la riflessione si fa più puntuale, interessante e carica di collegamenti con avvenimenti dei nostri tempi.
L’autrice si sofferma sul martirio dopo la morte, con riferimento allo scempio compiuto sul corpo del Santo dagli Ugonotti nel 1562 a Plessis (Tours), al trafugamento delle reliquie, avvenuto 421 anni dopo a Paola, a scopo di estorsione. Qui la riflessione tocca le contraddizioni esistenti nella società dei giorni nostri, quando si parla di malviventi comuni, che avrebbero organizzato il furto, e della malavita organizzata che avrebbe ordinato ai primi di restituire le sacre reliquie (cosa che faranno, anche se il busto argenteo del Santo, opera del 600, e la lampada votiva in oro e argento – del 1974 – non saranno restituiti). Sulla vicenda della restituzione delle reliquie, come Manuela Tulli ci fa notare, restano due interrogativi pesanti: ciò fu fatto per non offendere il sentimento religioso della gente, alla quale quella malavita apparteneva? Ciò fu fatto “per porre fine a tutte quelle perquisizioni nella zona che proseguivano ininterrotte dal momento del furto?” Eravamo allora nel 1983. Io penso che se allora ci fossero stati i mezzi di analisi sul DNA, come ci sono oggi, l’avere i ladri lasciato dei mozziconi di sigarette Kim sul luogo del furto sarebbe stato fatale per la loro individuazione.

Toccante il capitolo III, riservato a Giovanni Paolo II ed il Santo di Paola, e intitolato “Uno di voi”, dove vengono sottolineate espressioni vibranti del Papa scomparso come “guardate a Lui e sconfiggerete la mafia”, e dove l’autrice si sofferma sulla coincidenza della data del 2 aprile, giorno della morte di Papa Woytila e di San Francesco di Paola.

Nei capitoli successivi si parla dell’Ordine dei Minimi, delle tre Corgregazioni, dei punti essenziali della Regola, e di Minimi importanti oggi Santi, Beati o Venerabili (San Francesco di Sales, il beato Daniele Comboni, il venerabile Padre Clausi), si parla della sua pratica dei tredici venerdi, delle profezie del Santo, delle erbe utilizzate per guarire chi afflitto da malattia si rivolgeva a Lui, senza tralasciare di mettere in evidenza la Sua umiltà e la Sua consapevolezza che “è la fede nel Signore che guarisce”.

Un capitolo intero è dedicato all’attenzione che il Santo ha per le famiglie, specialmente per quelle desiderose di figli, siano esse famiglie comuni o di principi o di regnanti.
Un altro intero capitolo è riservato alla manifestazione della Vergine nella parrocchia dei Minimi a Roma e alla recita del Rosario praticata da S. Francesco fin da bambino.
Il penultimo capitolo stimola curiosità e meraviglia, infatti tratta del culto di San Francesco di Paola in Calabria, in Italia e nel mondo e a quale avvenimento e/o tradizione è collegato.

La chiusura del volume è riservata alle lettere lasciate da San Francesco. Mi risulta che non sono molte quelle che gli vengono attribuite con certezza. Certo è però, che ciò che ricorre spesso è un monito severissimo contro i prepotenti e contro chi regge e mal regge, oltre che l’invito ad essere umili e ad osservare sempre i precetti di Dio, a pregare per la pace e a convertirsi con cuore sincero.

Il libro di Manuela Tulli è un libro per tutti, un libro che ci stupisce, dopo aver stupito la stessa autrice, per la spiritualità che ha accompagnato la vita del Santo e che oggi cogliamo integra e con fiducia nel Suo messaggio: “A chi ama Dio tutto è possibile“.
Questo taccuino di appunti, nato dalla curiosità di una giornalista, si rivela un entusiasmante viaggio purificatore lungo la strada luminosa del grande Francesco di Paola.

Rinaldo Longo


Scheda libro

Autrice: Manuela Tulli
Titolo: Francesco un nome un Santo
Editore: Laruffa
Categoria: Spiritualità
Anno pubblicazione: 2007
Prezzo: € 10,00
Pagine: 168

Manuela Tulli, giornalista, è nata e vive a Roma dove lavora alla redazione economica dell’Ansa. Nel passato ha collaborato con diversi giornali tra i quali “Avvenire” e “Conquiste del Lavoro” e ha scritto brevi saggi su temi economico-sindacali. Sposata con Francesco, è mamma di Filippo, Sofia e Benedetta.


1: Una prima volta con uno studio sociolinguistico e filologico sul lungo canto popolare I miracoli di San Francesco di Paola, una seconda volta, di recente, con uno scritto (apparso su questo quotidiano on line ed ora reperibile anche in volume) sul ruolo dell’emozione e sul problema della trascrizione durante le testimonianze al Processo Cosentino di canonizzazione di Frate Francesco di Paola , una terza volta come autore di composizioni poetiche su San Francesco di Paola, tre delle quali, musicate dal maestro Roberto Longo, sono ora canzoni: Francesco il Paolano, Morte di San Francesco, Il Santo Raro.
2: Vogliamo ricordare comunque che a Buenos Aires vengono organizzati solenni festeggiamenti in onore del Santo da parte della nutrita comunità di coriglianesi lì esistente.
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