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I libri di Cesare Baronio nella Biblioteca Vallicelliana

Biblioteca Vallicelliana, RomaSono in mostra, dal 30 ottobre al 12 dicembre 2007, a Roma nella biblioteca Vallicelliana i libri manoscritti e a stampa lasciati alla biblioteca dal cardinale Baronio, di cui ricorrono i quattrocento anni della morte.
Grazie al minuzioso lavoro dei bibliotecari svolto sulle note di possesso, sulle legature, sulle postille e su documenti inediti è stato possibile ricostruire l’intera raccolta del cardinale, anche se non tutta conservata presso la Vallicelliana. Arricchiscono l’esposizione manoscritti e stampati dedicati e donati al cardinale insieme alle biografie scritte su di lui nell’arco di quattro secoli.

La Vallicelliana, che ha sede nel complesso dell’oratorio dei Filippini in piazza della Chiesa Nuova, è la più antica biblioteca romana aperta al pubblico, specializzata nella storia di Roma e della Chiesa.

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La sua nascita è legata alla storia di San Filippo Neri ed alla Congregazione dell’Oratorio da lui fondata; tra le regole dell’oratorio c’era, infatti, “la lettura durante una parte del pasto”: da qui derivava la necessità di un’adeguata preparazione nella consultazione e nella scelta dei libri.
I primi volumi della biblioteca furono quelli della raccolta personale di Filippo Neri.

La Vallicelliana nacque ufficialmente il 25 maggio del 1581, data del testamento con cui l’ umanista portoghese Achille Stazio donava a san Filippo la sua biblioteca.

Tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600 l’ architetto Francesco Borromini fu incaricato di ideare  l’intero complesso della Congregazione. Progettò il salone di lettura della biblioteca, composto da una grande sala rettangolare  illuminata da sedici finestre che ospita la “Libraria”, antica scansia lignea realizzata nel 1662 da Taddeo Landi e deputata a conservare, ancora oggi, i volumi, circa 372, appartenuti a San Filippo Neri e da lui lasciati alla biblioteca per testamento. Tra gli altri arredi il busto in marmo del Santo, quello del cardinale Baronio e due globi celeste e terrestre databili alla fine del XVI secolo.

Cesare Baronio fu il primo bibliotecario della Vallicelliana dal 1584 al 1587, ma fu P. Fabiano Giustiniani che tra il 1605 ed il 1617 le diede un ordinamento moderno  dotandola di cataloghi per autore e soggetto.

Fanno parte del patrimonio della biblioteca 2500 pregevoli messali tra cui 221 greci (X sec. in poi),  tra i latini il più antico risale al VII secolo, e la bibbia di Alcuino del IX secolo.

Il materiale iconografico comprende una raccolta d’incisioni nonché un importante fondo di fotografie e poi testi di filosofia, diritto, botanica, architettura e medicina, un fondo musicale, testimonianza del repertorio del XVI-XVII sec.

Gran parte del fondo antico è conservato nel monumentale salone del Borromini (l’antico oratorio) dove venivano eseguite quelle laudi spirituali che diedero origine alla composizione musicale detta appunto oratorio.

La biblioteca visse il periodo di maggiore attività culturale nel XVII secolo con la pubblicazione degli Annales Ecclesiastici di C. Baronio, della Roma Sotterranea di A. Bosio e con la diffusione dell’oratorio musicale, intrattenimento spirituale, prediletto da San Filippo che considerava la musica pescatrice di anime.

Durante l’occupazione francese di Roma (1797-1799) la Vallicelliana subì un grave saccheggio, andarono perduti preziosi cimeli, recuperati, in parte, nella prima metà dell’Ottocento.
In seguito alla legge sulla soppressione degli ordini religiosi, non fu disgregata ma trasformata in biblioteca di diritto pubblico. Amministrata, in seguito, dal Ministero della Pubblica Istruzione, oggi è un istituto periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Concetta Tiano

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