HomeMostre ed EventiLa cura del bello: musei, storie, paesaggi per Corrado Ricci

La cura del bello: musei, storie, paesaggi per Corrado Ricci

Luigi Bertelli, Il ponte sul Savena, 1885, Olio su tela, cm 53,5 x 70, Bologna, Galleria d’Arte CinquantaseiIl Museo d’Arte della città di Ravenna, in collaborazione con il Museo Nazionale di Ravenna e con la Biblioteca Classense, dal 9 marzo al 22 giugno 2008 rende omaggio, nel 150° anniversario dalla nascita, a Corrado Ricci (Ravenna, 1858 – Roma, 1934), una delle personalità più complesse della cultura italiana tra Otto e Novecento: studioso, museologo, storico dell’arte e funzionario.

La mostra, curata da Claudio Spadoni e promossa dal Comune di Ravenna, dall’Assessorato alla Cultura e dal Museo d’Arte della città, con il generoso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, prosegue il percorso di ricerca volto a far luce sui grandi temi e figure centrali della critica e della storia dell’arte.

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Il percorso espositivo intende documentare l’attività di studioso, di ricercatore e di funzionario che Corrado Ricci svolse sia nei principali musei italiani, come la Pinacoteca di Brera (1898), la Galleria Nazionale di Parma (1893), gli Uffizi (1903) e l’Accademia Carrara di Bergamo (1911), sia come Direttore Generale delle Antichità e Belle Arti (1906): le sue riflessioni sulla Storia dell’Arte, le collaborazioni con le migliori riviste dell’epoca, gli interventi museologici, il ruolo, non trascurabile, svolto in ambito archeologico nella città di Roma con una costante attenzione al problema del restauro.

Enrico Coleman, La desolata campagna di Roma, 1901,Olio su tela, 71 x 144, Roma, Galleria Nazionale d’Arte ModernaL’esposizione prende avvio dalla ricostruzione di alcuni tra i più importanti interventi di riordino museale, volti a spiegare i criteri adottati da Ricci per la Galleria Nazionale di Parma, e le scelte di acquisizioni per la Pinacoteca di Brera con dipinti di Butinone, Gozzoli, Legnani, Tibaldi e Tura. Seguono le opere di Lotto, di Cariani e di Moroni della sala, del ‘500 lombardo – veneto, allestita da Ricci all’Accademia Carrara, dove emerge il passaggio fondamentale dall’obsoleta quadreria ottocentesca al “museo moderno”.

Dagli Uffizi provengono diversi autoritratti da Collier a Bonnat, da Hoffmann a Romney, da Von Stuck a Zoir selezionati ed acquisiti dallo studioso, oltre al Bellini “bloccato” per evitarne la vendita oltre oceano, e infine dalle Raccolte napoletane di Capodimonte con opere di Parmigianino e Carracci della prestigiosa Collezione Farnese.

Francesco Mazzola (il Parmigianino), Sposalizio di Santa Caterina, Olio su tela, cm 73,4 x 118, Parma, Galleria Nazionale - Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliDa ultimo è documentata la riorganizzazione della Galleria dell’Accademia di Ravenna avvenuta nel 1897, con un’esatta ricostruzione di una sala allestita dallo studioso. L’ampia sezione dedicata al paesaggio italiano tra Otto e Novecento è un omaggio all’opera di difesa del patrimonio paesaggistico nazionale svolta da Ricci, poi concretizzatasi nell’importante testo legislativo di tutela del Senatore Rava del 1909. In mostra opere dei principali protagonisti della pittura di paesaggio in Italia: Avondo, Bassi, Cabianca, Caffi, Cambiaso, Carcano, D’ Andrade, De Gregorio, De Nittis, Fontanesi, Il Piccio, Lojacono, Moradei, Palizzi, Rossano, Signorini, Toma, Vertunni e Vighi ed un nucleo di opere dedicate alla pineta ravennate di Luigi Bertelli e Vittorio Guaccimanni.
Infine un omaggio a Corrado Ricci storico dell’arte, con opere di Barocci, Cagnacci, Rembrandt e Reni. Una sezione, inoltre, rievoca la mostra del 1904 sull’arte senese, a cui Ricci diede un contributo decisivo, con capolavori da Lorenzetti a Beccafumi.

Il Museo Nazionale espone una straordinaria testimonianza archeologica, capolavoro dell’arte greca la Fanciulla di Anzio rinvenuta a seguito di una mareggiata nel 1878, nella Villa Imperiale, detta anche di Nerone, dell’omonima cittadina; sono riproposte anche le tavole dei mosaici bizantini ravennati.

La Biblioteca Classense, invece, rende visibile il Fondo Ricci, che egli stesso lasciò alla città, conservato presso i Fondi Antichi della biblioteca, con documenti dello stesso Ricci.

Il catalogo è edito da Mondadori Electa.

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