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Mostra / Cima da Conegliano. Poeta del paesaggio

Cima da Conegliano, Sant?Elena. Washington, National Gallery of Art Samuel H. Kress Collection. Image courtesy of the Board of TrusteesPalazzo Sarcinelli di Conegliano (TV) ospita dal 26 febbraio al 2 giugno 2010 (prorogata fino al 20 giugno 2010) una importante mostra dedicata a Giovanni Battista Cima (1459/1460 – 1517/1518).
L’esposizione, che viene realizzata nella città natale dell’artista ed è curata da Giovanni Carlo Federico Villa, coadiuvato da un comitato scientifico, presenta oltre 40 opere, provenienti dalle maggiori istituzioni pubbliche mondiali, come la National Gallery di Londra, la National Gallery di Washington, l’Ermitage di San Pietroburgo, le Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Le prime due sale del percorso espositivo consentono di irrompere nel paesaggio veneto del Quattrocento, una delle chiavi di lettura privilegiate dell’opera del coneglianese. Si scopre così come Cima sia stato il primo artista che ha lasciato l’utopia del paesaggio ideale per restituire invece, in scenari incantati, una resa topografica e concreta dei colli trevigiani, di Conegliano e delle sue terre.

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Cima da Conegliano, Madonna in trono con il Bambino tra i santi Giacomo e Girolamo, Vicenza, Musei Civici di vicenza, Pinacoteca di Palazzo ChiericatiIl percorso segue cronologicamente la storia artistica di Cima. Ogni sala è così caratterizzata da una focale centrale, un altare che presenta la pala di riferimento di ogni stagione della sua pittura. Si comincia dalla Madonna in trono con il Bambino tra i santi Giacomo e Girolamo della Pinacoteca Civica di Palazzo Chiericati di Vicenza per andare poi all’Annunciazione dell’Hermitage di San Pietroburgo e quindi lo stupefacente Riposo nella fuga in Egitto con i santi Giovanni Battista e Lucia della Fundaçao Calouste Gulbenkian di Lisbona, dove l’uomo e la natura sono ormai un tutt’uno. E poi, tra gli altri, la Madonna con il Bambino e i santi Michele Arcangelo e Andrea della Galleria Nazionale di Parma, l’Incredulità di San Tommaso delle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Accanto alla decina di grandi pale, si trova una scelta dei prototipi principali della devozionale Madonna con il Bambino; esemplari ammirati e copiati da generazioni intere di pittori e poi temi sacri e profani in cui si scorge la formidabile ascesa nell’empireo dei grandi operata da Cima.

Ammirando la serie completa dei San Girolamo nel deserto si scoprono le radici di Giorgione e di Lorenzo Lotto.
Di grande importanza sono i cassoni ricostruiti grazie a recuperi eccezionali, come il Teseo alla corte di Minosse finalmente rintracciato in una collezione svizzera che viene posto accanto al Teseo e il Minotauro della Pinacoteca di Brera, mentre il Bacco e Arianna del Museo Poldi Pezzoli di Milano si ricongiunge con il Sileno e Satiro del Museum of Art di Philadelphia.
Una pittura profana che sottolinea il ruolo di prestigio ricoperto da Cima a Venezia e nei territori della Serenissima. È lui, infatti, l’interprete principe di un nuovo sentire, di una riscoperta della classicità portata avanti da Aldo Manuzio e dalla sua cerchia. Tanto che sarà lo stesso Cima a eseguire le pale per il Cardinal Montini e Pio da Carpi, oggi a Parma e Parigi, andando a incidere con la sua arte fin in Emilia e germinando poi nella pittura di Correggio.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Marsilio.

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