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Mostra / Fondazione Stelline di Milano, “Elogio della semplicità”

A Milano, alla Fondazione Stelline, rimarrà aperta al pubblico dal 25 marzo al 20 giugno 2010 la mostra Elogio della semplicità. Un carattere dell’arte contemporanea, a cura di Giorgio Verzotti.
In esposizione circa 50 opere dei più interessanti esponenti delle principali tendenze internazionali, sviluppatesi a partire dagli anni sessanta fino ad oggi, da Vincenzo Agnetti ad Alighiero Boetti, da Alberto Burri a Lucio Fontana, da Tony Cragg a Richard Long, da Bruce Nauman a Richard Nonas, da Grazia Varisco a Grazia Toderi, da Gabriel Kuri a Luca Trevisani e ad altri.

Le opere si basano su processi creativi essenziali, trasparenti nei loro nessi strutturali e logici, e spesso realizzati con materiali poveri, “extraartistici” nel senso di appartenenti alla quotidianità più immediata e banale.
Questi caratteri di semplicità e trasparenza tendono ad aprire l’opera all’interazione del pubblico e si contrappongono, forse volutamente, con un altro e diverso ventaglio di scelte espressive, legate a metodi di produzione complessi, tecnicamente difficili da realizzare, ma soprattutto poco comprensibili al pubblico, cui viene negata una possibilità interpretativa e ogni tipo di partecipazione attiva.

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L’elogio della semplicità vuole documentare ambiti di ricerca che si riallacciano alla tradizione socializzante e democratica del Modernismo, ovvero la tradizione ereditata fin dagli anni Sessanta e Settanta, quando le principali ricerche artistiche vedevano nello spettatore il destinatario attivo di un dialogo.
Per questo motivo, si sceglie di utilizzare materiali di rapida reperibilità e di giungere a processi facilmente socializzabili (compresi quelli tecnologici, “coniugati” in termini di elementarità).
L’arte torna a essere un campo d’azione in cui molti fruitori possono interagire; ad essi vengono forniti gli strumenti interpretativi e potenzialmente critici nel momento stesso in cui è data l’opera, per poter intervenire nel processo stesso dal momento che questo è impostato, ma non interamente governato, dall’artista.
La complessità rimane, ma va cercata altrove: non tanto nel metodo di realizzazione, quanto nella profondità concettuale che la motiva, nelle implicazioni tematiche chiamate in causa, nei risvolti emotivi suscitati.

Accompagna la mostra un catalogo in edizione bilingue (italiano/inglese).

L’esposizione è promossa dalla Fondazione Stelline, col patrocinio della Regione Lombardia, del Comune e della Provincia di Milano.

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