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Caravaggio a Roma. Una vita dal vero

Anonimo, Ritratto di Michelangelo Merisi da Caravaggio, 1617 ca., Olio su tela, cm 61 x 47, Accademia di San Luca Roma - Testimonianza di Pietropaolo Pellegrini su Caravaggio (inedito), 17 luglio 1597, Archivio di Stato di Roma

Una mostra come una detective story. Realizzata attraverso l’indagine certosina di una task force di 7 giovani storici dell’arte, paloeografi, archivisti, che hanno “scavato” lungo gli oltre 60 km di scaffali e documenti che compongono l’Archivio di Stato di Roma per realizzare un progetto espositivo di tipo nuovo: una mostra pittorico–documentaria sull’artista durante il suo lungo soggiorno romano.

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Ideata e diretta da Eugenio Lo Sardo, a cura di Orietta Verdi e Michele Di Sivo, “Caravaggio a Roma. Una vita dal vero” potrà essere visitata fino al 15 maggio 2011 presso l’Archivio di Stato di Roma nella sede di Sant’Ivo alla Sapienza. Un’esposizione «nata dall’idea di partecipare all’anniversario della morte di Michelangelo Merisi – sostengono i curatori – con i documenti che la sua vita a Roma ha lasciato». Ed è proprio un racconto dal vero quello che emerge dalle tracce e dalle fonti documentarie dell’epoca: i notai che scrissero i suoi contratti, i giudici che verbalizzarono i suoi molti interrogatori, le testimonianze dei birri che lo arrestarono e di coloro che lo querelarono. Insomma una quantità copiosa di fonti dalla quale emerge un inedito spaccato di vita del Caravaggio e della Roma di quegli anni, con novità sorprendenti che spingeranno gli studiosi a riscrivere la biografia del Caravaggio.
«L’ambizione – afferma Eugenio Lo Sardo – è stata quella di offrire una visione d’insieme; alle carte si affiancano alcuni e selezionati quadri di pittori amici, nemici, maestri e discepoli e poche opere scelte del Merisi di alto valore storico biografico. In altri termini si è ritenuto necessario accoppiare parola e visione, testimonianza scritta e immagine, indispensabili e complementari elementi nella ricostruzione del passato».

La mostra si compone di 5 sezioni. Si apre con il ritratto di Clemente VIII attribuito al Cavalier D’Arpino e lo splendido dipinto di Guido Reni dedicato a Beatrice Cenci. Si introduce, quindi, lo spettatore nella Roma dell’epoca, segnata dal Papato di Clemente VIII e dai processi a Beatrice Cenci e Giordano Bruno, culminati con la condanna a morte dei due imputati.
Nella seconda sezione, “Le strade del Caravaggio”, si raccontano i luoghi frequentati dall’artista a Roma, con esposizione di documenti dell’epoca e del ritratto del Caravaggio di anonimo seicentesco e quello di Ottavio Leoni, opera di Ippolito Leoni.
Fulcro della terza sezione, “Caravaggio e la giustizia”, è il volume che raccoglie gli incartamenti del famoso processo a Caravaggio per diffamazione, nato dalla querela sporta dal pittore Giovanni Baglione, suo grande rivale. Le carte esposte sono l’unica testimonianza resa dal Merisi circa il suo modo di concepire l’arte e la sua opinione sugli artisti del tempo, di cui stila una lista: i “buoni” e i “cattivi” pittori. A corredare la sezione diverse opere degli artisti che figurano nella lista del Caravaggio, come l’Amore sacro e amor profano di Giovanni Baglione, il David con la testa di Golia di Orazio Gentileschi, la Santa Margherita di Annibale Carracci.
La quarta sezione intitolata “La casa-studio a vicolo San Biagio”, presenta il contratto inedito con cui Caravaggio prese in affitto un’abitazione in vicolo San Biagio con la misteriosa clausola di poter “scoprire” il soffitto della metà della sala, probabilmente per far passare la luce dall’alto verso il basso così da illuminare i modelli, oppure per dipingere la grande pala della Morte della Vergine. Sono esposte in questa sezione la Caraffa di fiori di Jan Brueghel e la bellissima Fiasca di Fiori del Maestro della Fiasca.
Nell’ultima sezione, “L’omicidio, la fuga, il perdono”, vengono presentati i registri con gli interrogatori dei testimoni presenti allo scontro in cui Caravaggio uccise Ranuccio Tommasoni nel 1606. Una splendida pianta acquerellata del litorale laziale mostra la costa sulla quale l’artista sbarcò nel 1610, risalendo fino a Porto Ercole dove trovò la morte. Chiude la mostra un ritratto del Pontefice Paolo V Borghese eseguito dallo stesso Caravaggio ed esposto dopo 100 anni dalla prima volta che fu proprio in occasione del cinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia.

Diego Pirozzolo

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