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Michele Cucuzza e la medicina in miniatura di Mauro Ferrari

Copertina del libro di Michele Cucuzza "Il male curabile" e foto del prof. Mauro Ferrari

Le nanotecnologie nella lotta contro il cancro.

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Quando si parla di medicina in miniatura il riferimento è alle NANOTECNOLOGIE applicate alla medicina. In questo campo si lavora con quantità e mezzi la cui misura è estremamente miniaturizzata (il prefisso ‘nano’ nella scienza sta per indicare ‘la miliardesima parte del tutto’). Il campo d’azione è quello delle strutture mesoscopiche (quindi molecolari) di dimensioni intermedie tra quelle del mondo atomico e quelle del nostro ordinario mondo macroscopico.  Storicamente ad anticipare le proprietà nuove e inattese delle strutture mesoscopiche, non trattabili con gli approcci della chimica e della fisica quantistica, è stato Richard Feynman in una sua relazione nel 1959 C’è un sacco di spazio, laggiù.
A fare uso della scienza e della tecnologia dell’ultrapiccolo è, tra gli altri, un gruppo di ricercatori, che lavora al Methodist Hospital Research Institute di Houston nel Texas (U.S.), guidato da un professore italiano, il friulano (di Udine) Mauro Ferrari, che attualmente è presidente ed amministratore delegato dello stesso Istituto. L’obiettivo è sconfiggere il cancro, rendendolo un ‘male curabile’. Come? Inviando dei nanovettori di silicio poroso contenenti le sostanze terapiche adeguate là dove sono le metastasi, delle quali si vuole fermare la crescita e la diffusione rendendole innocue, evitando così, dopo interventi chirurgici, a volte devastanti, quegli svantaggi, debilitanti per le restanti parti del corpo dei pazienti con pesanti ricadute  a livello psicologico, causati dagli odierni protocolli di cura. Questi nanovettori, che sono come nanocapsule di silicio cave all’interno, presentano all’esterno delle pelosità costituite da proteine che servono a mascherarle e a fare da calamita per attaccarsi alle cellule malate e iniettare loro il farmaco, che le paralizza rendendole innocue, cioè frenandone la mitosi, impedendo quindi la loro moltiplicazione. Con questo approccio il cancro sarà curabile ponendo fine a nausea, caduta di capelli, a stress fisico e psicologico.

Ad agevolare e diffondere la conoscenza di questa impresa sono il notissimo giornalista e presentatore RAI Michele Cucuzza e il Comune di Gagliato (CZ) in Calabria, con il suo sindaco Francesco Fodaro entusiasta di rendere ogni anno il suo piccolo comune di 400 anime la capitale mondiale delle nanotecnologie, con l’Accademia di Gagliato delle Nanoscienze che sta approntando la Seconda Conferenza Internazionale delle Nanoscienze, con l’annuale NanoGagliato Conference  che a luglio 2013  giungerà alla VI edizione e avrà come tema la progenie della nano medicina e con la Piccola Accademia di Gagliato delle Nanoscienze che è riservata ai ragazzi.
Alla NanoGagliato Conference, che ufficialmente sappiamo si svolgerà dal 25 al 30 luglio 2013, parteciperanno, provenienti da vari Paesi del mondo, 12 grossi nomi nel campo scientifico, fra questi, accanto al patron Mauro Ferrari, figurano Lee Hartwell, vincitore del premio Nobel per medicina nel 2001, e Gino Nicolais, attuale presidente del Cnr ed ex ministro per l’istruzione e la ricerca.

 

‘Il male curabile’ di Michele Cucuzza

Michele Cucuzza in particolare si è impegnato con grande serietà e grandi capacità divulgative, scrivendo un libro dal titolo, appunto, “Il male curabile“, edito da Rizzoli nel 2012. Si tratta di un interessante ed emozionante reportage che narra la battaglia che il matematico Mauro Ferrari iniziò dopo la morte, per cancro, della moglie Marialuisa. Cucuzza, oltre a parlarci di «ghiandole artificiali – le nanocapsule di cui abbiamo già detto -, capaci di rilevare il cancro e somministrare autonomamente il medicinale», ci riferisce di «nanovaccini che risvegliano il sistema immunitario, di diagnosi effettuate attraverso una semplice analisi delle proteine, di robot chirurghi e sofisticati manichini-pazienti su cui fare pratica».

Il nostro giornalista RAI non perde occasione per aggiornarci e fare il punto sulla ricerca che va conducendo il Prof. Ferrari. Lo ha fatto anche il 18 Aprile 2013 nella Sala Consiliare del Comune di San Marco Argentano (CS), in occasione di un incontro, organizzato dall’Associazione Tumori Calabria (ATC) di quella città, sull’argomento del suo libro.
Durante questo incontro, oltre all’intervento dell’autore de ‘Il male curabile’ e ad una dotta relazione della Dott.ssa Maria Teresa Lonardo, medico della Chirurgia Generale Oncologica dell’Ospedale M.G. Vannini di Roma, che ha percorso tutte le tappe della storia della chirurgia oncologica dalle origini fino alla ricerca dell’équipe del Prof. Ferrari, si sono succeduti gli interventi del consigliere regionale  Giulio Serra e della vicepresidente della Giunta Regionale Calabrese Antonella Stasi.

Tutti i partecipanti, fra i quali numerosi sindaci della Valle dell’Esaro e personalità del campo della medicina come il Dott. Giancarlo Gallo (Direttore Sanitario A.T.C.) e il Dott. Antonio Lanzillotta del reparto di Medicina Nucleare dell’Ospedale Annunziata di Cosenza e Governatore della Misericordia di San Marco Argentano, con  il numeroso pubblico presente hanno assistito ad un collegamento Skype da Houston con il Prof. Mauro Ferrari, che ha dialogato sull’argomento della sua ricerca con Michele Cucuzza, con Antonella Stasi e con il Sindaco di Gagliato.
L’On. Antonella Stasi ha riferito della disponibilità di fondi comunitari, pari a 40 milioni di euro, assegnati alla Regione Calabria e ha chiesto la collaborazione del Prof. Ferrari e del suo Istituto per la realizzazione di un progetto, riguardante giovani ricercatori impegnati nelle nanotecnologie, assegnato al Polo della Salute che è stato costituito in Calabria. Il Prof. Mauro si è dichiarato entusiasta di poter collaborare con i giovani calabresi. Abbiamo appreso che saranno al più presto presi accordi in tal senso. Quanto al suo ritorno definitivo in Italia, e magari in Calabria, egli ha detto che ora egli può essere utile all’Italia restando in un altro Paese.

 

Intervista a Michele Cucuzza

In occasione dell’incontro svoltosi a San Marco Argentano il giornalista RAI ci ha rilasciato la seguente intervista.

R. Longo – Conosceva il Prof. Mauro Ferrari ed il suo Istituto di Houston nel Texas? Cosa ha spinto lei a realizzare questo reportage dal titolo ‘Il male curabile’?

M. Cucuzza – No, l’ho conosciuto sul Lago di Garda in uno dei seminari Ambrosetti, quelli che si fanno ogni anno, nel settembre del 2009. E lui ha parlato, appunto, di queste sue ricerche con le nanotecnologie e ha affascinato un po’ tutti noi giornalisti. Dopo, scherzando, gli ho detto: «Lei è una celebrità nella comunità scientifica, però qua in Italia non è che la conoscano in tanti?». Lui mi ha risposto: «Mi aiuti lei a farmi conoscere scrivendo qualcosa». E così è nata l’idea di scrivere un libro, e io gli ho detto: «Per cominciare dove devo andare?». E lui: «Prima a Gagliato dove c’è l’Accademia delle Nanotecnologie e poi a Houston nel Texas», dove sono stato nell’estate del 2011.

R. Longo – È passato un anno dall’uscita di questo suo libro. Ha continuato a seguire gli studi del Prof. Mauro Ferrari sull’applicazione delle nanotecnologie in medicina, cioè sulla sua medicina in miniatura?

M. Cucuzza – Si, lo sento costantemente: ci sentiamo per telefono o ci scriviamo via email. L’ho anche intervistato recentemente nel mio programma radiofonico Radio2 Days. Lui mi ha confermato che le sue ricerche vanno avanti in modo estremamente positivo. Naturalmente per ora sempre con gli ‘animaletti’.  Questa è l’attuale fase di queste sue ricerche. Il Prof. mi diceva che, appunto, in una serie di tumori in metastasi aveva ottenuto ottimi risultati con queste nano capsule.

R. Longo – Quindi la fase sperimentale è finita?

M. Cucuzza – La fase di laboratorio è finita. Ora è in corso la sperimentazione sugli animali, che deve verificare la non tossicità, ovviamente, del silicio che custodisce le medicine che lui invia e deve verificare l’efficacia della cura.

R. Longo – Quanti stanno facendo pratica con lui? Sono tanti? Ci sono italiani?

M. Cucuzza – Si, certo, ce ne sono a decine. In questo Istituto i ricercatori sono più di mille e quelli che si occupano di cancro sono più di cento. Ma non vi sono soltanto medici o biologi: come ormai un po’ tutta la ricerca si fa in maniera interdisciplinare e multidisciplinare, quindi sono impegnati fisici, matematici (Mauro Ferrari è un matematico), ingegneri e ovviamente medici, biologi, ecc.. C’è anche un astronauta, Scott Parazynski, [fisico ndr] americano che ha passeggiato nello spazio con il nostro Paolo Nespoli e altri. Questo perché l’estremamente piccolo e l’estremamente grande hanno anche qualche elemento in comune. E poi si fanno anche esperimenti, come si sa, nello spazio.

R. Longo – Quindi non siamo fermi ancora nell’immaginifico e nei romanzi di fantascienza?

M. Cucuzza – No, non è fantascienza, anche se è una rivoluzione veramente straordinaria; perché pensare di poter curare il cancro in metastasi, immaginando che il medico addirittura possa dare la ricetta dicendo ‘si vada a comperare le medicine’, è una rivoluzione. Però ci vorrà del tempo: il Prof. Ferrari mi ha confermato recentemente che le cose avranno uno sviluppo concreto per la prossima generazione, cioè per i nostri figli. Quindi una grande speranza per una grande rivoluzione.

R. Longo – Su questi argomenti negli Stati Uniti siamo nella quotidianità?

M. Cucuzza – Però siamo sempre nella fase della ricerca. Non c’è terapia ancora, ma possiamo dire che ci troviamo all’alba di un giorno straordinario. Anche culturalmente ci dà veramente entusiasmo l’idea del giorno in cui il cancro possa diventare un ‘male curabile’.

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