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Giacomo Balla. Astrattista Futurista – Mostra alla Fondazione Magnani Rocca

Giacomo Balla, Forze di paesaggio + cocomero, 1917-1918, tempera su carta intelata
Giacomo Balla, Forze di paesaggio + cocomero, 1917-1918, tempera su carta intelata

Sarà allestita nelle sale della Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma), dal 12 settembre all’8 dicembre 2015, la mostra “Giacomo Balla. Astrattista Futurista“, a cura di Elena Gigli e Stefano Roffi.
L’esposizione intende presentare il percorso artistico di Balla  attraverso l’analisi del manifesto Ricostruzione Futurista dell’Universo, uno dei testi teorici più rivoluzionari dell’arte del Novecento, nel centenario della sua pubblicazione, sottoscritto ‘Astrattista Futurista’ dallo stesso Balla e da Fortunato Depero.

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La mostra è articolata per temi, ripercorrendo i capisaldi del Manifesto del 1915:
Astratto – la luce nei pastelli di inizio ‘900 realizzati a Villa Borghese – in particolare Fontana (che piange) della Banca d’Italia, mai esposto in precedenza – e negli studi dell’iride del 1912, per concludersi con l’affascinante Finestra di Düsseldorf, l’ultimo documento pittorico del tormentato trapasso tra pittura oggettiva e astrattismo, ritrovato dalle figlie Luce ed Elica Balla nel 1968.
Dinamico – il dinamismo nel volo delle rondini, nell’automobile che corre, nella velocità astratta.
Trasparentissimo – i cicli delle Stagioni e delle Trasformazioni Forme e Spirito.
Coloratissimo e luminosissimo – il paesaggio artificiale con Linee forze di paesaggio + sera del 1917-18, mai visto in una mostra prima d’ora, Feu d’artifice e i Fiori in 3D.
Autonomo – autoritratti come ecce homo dell’artista.
Trasformabile – il vestito e il mobile futurista dalla caleidoscopica Casa Balla.
Drammatico – l’interventismo in guerra, con Dimostrazione interventista del 1915 recentemente riscoperto sul retro del dipinto Verginità del 1926.
Volatile – la figura femminile: dal primo pastello con Elisa che cuce (1898) al Dubbio (1907-1908), dai ritratti femminili degli anni venti al celebre Noi 4 allo specchio (1945).
Scoppiante – la linea della velocità nelle sculture: dal rossissimo Pugno di Boccioni al Complesso plastico (studi e progetti da Casa Balla).

Le opere provengono da prestigiose collezioni private e dai principali musei italiani che custodiscono opere di Balla, fra i quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, gli Uffizi di Firenze, il Museo del Novecento di Milano, la Galleria d’arte Moderna di Torino. Chiude l’esposizione un apparato di documenti originali (fotografie d’epoca, cataloghi, manifesti) dell’Archivio Gigli di Roma.

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