HomeL'Italia nel mondoAl Guggenheim di New York retrospettiva di Alberto Burri

Al Guggenheim di New York retrospettiva di Alberto Burri

Alberto Burri: Gobbo Bianco, 1953; cm. 100,7x87; Stoffa, olio, segatura, pietra pomice su tela estraflessa (Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri)
Alberto Burri: Gobbo Bianco, 1953; cm. 100,7×87; Stoffa, olio, segatura, pietra pomice su tela estraflessa (Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri)

Il Solomon R. Guggenheim Museum di New York presenta, dal 9 ottobre 2015 al 6 gennaio 2016, un’importante retrospettiva dedicata ad Alberto Burri.
Esplorando la bellezza e la complessità del processo creativo che sta alla base delle opere di Burri, l’esposizione elegge l’artista italiano a protagonista della scena artistica del secondo dopoguerra, rivedendo la tradizionale letteratura sugli scambi culturali tra Stati Uniti e Europa negli anni ’50 e ‘60. Burri prese le distanze dalle superfici pittoriche e dallo stile gestuale propri sia dell’Espressionismo astratto americano sia dell’Arte informale europea, rimaneggiando pigmenti singolari, materiali umili ed elementi prefabbricati. Anello di transizione tra collage e assemblaggio, Burri raramente ricorreva all’uso della pittura e del pennello, prediligendo la lavorazione della superficie per mezzo di cuciture, combustioni e lacerazioni, per citare alcune delle sue tecniche. Ricorrendo a sacchi di juta strappati e rammendati, tele con gobbe in rilievo e plastiche industriali fuse, le opere di Burri alludono spesso a corpi umani, membrane e ferite, ma lo fanno attraverso un linguaggio totalmente astratto. La qualità tattile del suo lavoro anticipa il Postminimalismo e il movimento artistico femminista degli anni ‘60, mentre i suoi “monocromi materici” rossi, neri e bianchi sfidano i concetti di purezza linguistica e semplificazione delle forme tipici del modernismo formalista americano.

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Raggruppando oltre 100 opere, molte delle quali mai esposte al di fuori dei confini italiani, la mostra sottolinea come Burri abbia attenuato la linea di demarcazione tra dipinto e rilievo plastico, creando una nuova poetica di dipinto-oggetto che influenzò direttamente il Neodadaismo, l’Arte Processuale e l’Arte Povera.

La mostra, che ha per titolo Alberto Burri: The Trauma of Painting, è organizzata da Emily Braun, Distinguished Professor presso l’Hunter College e il Graduate Center della City University di New York, Guest Curator del Solomon R. Guggenheim Museum, con il supporto di Megan Fontanella, Associate Curator per le Collezioni e le Provenienze del Solomon R. Guggenheim Museum, e da Carol Stringari, Vice Direttore e Conservatore Capo della Solomon R. Guggenheim Foundation che ha collaborato al catalogo.

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