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Mirò, mostra a Bologna a Palazzo Albergati

Joan Mirò, Untitled, 1968-72, Oil, acrylic, charcoal and chalk on canvas, 130,6x195,5 cm © Successió Mirò by SIAE 2017, Archive Fundació Pilar i Joan Mirò a Mallorca © Joan Ramón Bonet & David Bonet
Joan Mirò, Untitled, 1968-72, Oil, acrylic, charcoal and chalk on canvas, 130,6×195,5 cm © Successió Mirò by SIAE 2017, Archive Fundació Pilar i Joan Mirò a Mallorca © Joan Ramón Bonet & David Bonet

È aperta fino al 17 settembre 2017 a Palazzo Albergati di Bologna la mostra ” Mirò ! Sogno e colore“, curata da Pilar Baos Rodríguez e Francisco Copado Carralero.

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In esposizione 130 opere, tra cui 100 olii di sorprendente bellezza e di grande formato, che raccontano la storia del genio spagnolo che si intreccia con quella variopinta e fascinosa dell’isola di Maiorca dove Miró visse dal 1956 fino alla morte nel 1983. Qui concretizzò il suo grande desiderio, ovvero di poter creare in un ampio spazio tutto suo, uno studio dove lavorare protetto dal silenzio e dalla pace che solo la natura poteva offrirgli.

A Maiorca la Fondazione Pilar i Joan Miró – da dove provengono tutte le opere in mostra – custodisce una collezione donata dall’artista e da sua moglie e che conserva ancora pennelli, tavolozze e attrezzi del mestiere rimasti lì dal giorno in cui è morto, come lui li aveva lasciati.
Lo studio – che Miró aveva tanto desiderato – è ricostruito scenograficamente all’interno degli spazi di Palazzo Albergati.

In mostra troviamo capolavori come Femme au clair de lune (1966), Oiseaux (1973) e Femme dans la rue (1973) oltre a schizzi – tra cui quello per la decorazione murale per la Harkness Commons-Harvard University – tutti provenienti da Palma di Maiorca, per raccontare la sperimentazione ricercata da Mirò all’interno delle principali correnti artistiche del ventesimo secolo come il Dadaismo, il Surrealismo e l’Espressionismo.

Il percorso, cronologico e tematico allo stesso tempo, è diviso in cinque sezioni e presenta la produzione degli ultimi trent’anni della vita di Miró: un periodo indissolubilmente legato alla “sua” isola dove, negli anni Sessanta e Settanta, si dedica a temi prediletti come donne, paesaggi e uccelli accanto a paesaggi monocromi e ai lavori – quelli degli ultimi anni – fatti con le dita, stendendo il colore con i pugni mentre si cimentava  nella pittura materica, spalmando gli impasti su compensato, cartone e materiali di riciclo; e ancora le sculture, frutto delle sperimentazioni che fece con diversi materiali, collage, “dipinti-oggetto” che col passare degli anni traggono ispirazione da ciò che l’artista collezionò che altrimenti – come egli stesso scrisse – “sarebbero cose morte, da museo”.

La mostra, accompagnta da un catalogo edito da Skira, è patrocinata dal Comune di Bologna ed è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con Fondazione Pilar e Joan Miró di Maiorca.

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