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Susanna Tamaro, una voce da ascoltare

Ascolta la mia voce - Copertina libroEccoci di nuovo a sfogliare con vorace attenzione le pagine dell’ultimo libro della Tamaro, Ascolta la mia voce, come se dietro ogni pagina dovessimo trovare la risposta definitiva ai nostri perchè e nonostante il fatto che continuino, pagina dopo pagina, ad affollarsi, a cascata, gli interrogativi, in una successione rapidissima, quasi vertiginosa.
Sono le domande su chi siamo realmente e su qual è il senso ultimo del nostro destino, quale la meta che ci attende in fondo al cammino della vita.

Sono le domande che la protagonista del racconto si pone mentre inizia un viaggio a ritroso nel tempo, fra le vecchie carte, i diari e le foto della madre Ilaria, scomparsa ancor giovane e dopo una vita tormentata e irrisolta.

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Fra quelle carte scoprirà di un fratello mai nato, di un amore negato, di una solitudine tragica, quella della madre appunto, alla quale le riunioni dei collettivi di autocoscienza femministi degli anni settanta, con la loro atmosfera satura di fumo, non hanno dato altre risposte che quelle delle illusioni confuse e delle ancor più desolanti delusioni. Fino al tragico epilogo della morte, accidentale ma forse cercata, alla fine di un percorso di inesorabile autodistruzione.

Fra quelle carte troverà anche le tracce per risalire al padre, il professore di filosofia del linguaggio Massimo Ancona che si è negato, per orgoglio e paura, alla vita degli affetti, ai legami ed alle responsabilità e che lo zio Gionata, esperto botanico, paragonerà a “una di quelle piante che si vedono rotolare nel deserto, più che arbusti sembrano corone di spine: il vento le spinge e loro danzano sulla sabbia inerpicandosi sulle dune per poi ricadere senza mai fermarsi; non avendo radici né la possibilità di metterle non possono neppure offrire nutrimento alle api e il loro destino è quello di una eterna e solitaria corsa verso il nulla”.

E’ un personaggio che subito ci richiama alla mente l’Andrea di Anima mundi. Entrambi incarnano la tentazione nichilista che pervade così tanta parte della nostra cultura odierna, così tanta parte del comune sentire dell’uomo di oggi.

Massimo Ancona, lo sprezzante filosofo impegnato a conquistare “avamposti sul nulla“ approderà troppo tardi, e proprio grazie all’inatteso incontro con questa sua figlia sconosciuta, alla consapevolezza dell’inganno che lo ha tenuto prigioniero; e troppo tardi egli si aprirà a quel “frammento di luce” compresso e nascosto in ogni cosa, troppo tardi egli intuirà che l’amore è come un ponte sospeso nel vuoto e che egli si è rifiutato di attraversarlo, fuggendo per tutta la vita.

Ma la nostra giovane protagonista va incontro ad un’altra storia: la sua ricerca nelle stanze oscure del passato, suo e della sua famiglia, la porta fino ad Haifa, dove sarà ospite dello zio Gionata. Nei racconti dello zio passa, distillata, la saggezza dei suoi anni , una saggezza che sembra scaturire dalla vita segreta delle piante cui ha dedicato la sua vita. Lasciata alle sue spalle l’Europa ed i suoi ricordi di morte, insieme con l’ingenuo idealismo dei genitori musicisti, lì in Israele Gionata ha preferito la terra alla musica. Una scelta di concretezza e di solidità.
Sarà proprio quest’ultimo incontro a spingere con più forza la giovane figlia di Ilaria a compiere una radicale scelta per la vita e ad orientare il suo percorso, anche professionale.

Alla fine di questo veloce excursus di quest’ultima opera, viene da chiedersi qual è il segreto della narrativa della Tamaro. Esso risiede, mi pare di poter dire, nel suo coraggio di fare i conti, senza infingimenti e senza tergiversare, con le domande che colpiscono al cuore ognuno di noi. Quelle domande che anche la cultura più qualificata sembra voler evitare, e che l’organizzazione sociale in cui siamo coinvolti e troppe volte travolti, vuole mettere al margine della nostra e di ogni riflessione.

Leggere un romanzo della Tamaro significa essere messi di nuovo di fronte a noi stessi, essere chiamati a scegliere chi siamo o a prendere coscienza di chi siamo diventati. E’ qualcosa di più che semplice “letteratura”. Nelle sue parole circola la vita stessa, dolente, disperata, sofferta, ma capace di trovare un varco verso la speranza. Non una speranza a buon mercato. Chi ha orecchi per intendere, intenda.

Vincenzo Continanza

Scheda libro

Autore: Susanna Tamaro
Titolo: Ascolta la mia voce
Editore: Rizzoli
Anno pubblicazione: 2006
Prezzo: € 15,50
Pagine: 218

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