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I misteri di Calcata

Calcata

Parla di geometria e gli brillano gli occhi. Racconta del suo ultimo giretto in aeroplano e di quello che percepisce scrutando Calcata dall’alto. Un cerchio con un punto al centro, dice; una figura geometrica perfetta, simbolo di armonia e di equilibrio. Il centro, inoltre, rappresenta la concentrazione delle forze, il punto di massima energia. Testimonianze di uno dei pochi residenti del centro storico di un villaggio affascinante, misterioso e, secondo alcuni, ancora magico.Che cosa ha di particolare Calcata? Che cosa la rende così magnetica? Cerchiamo di scoprirlo passeggiando per il borgo, chiacchierando con la gente, respirando la sua aria. Calcata sorge sulle alture di un promontorio in pietra di tufo, circondata da macchia mediterranea quasi incontaminata, a 40 km da Roma nel viterbese. È uno dei pochi centri medioevali meglio conservati in Italia, un giocattolo che sembra essere uscito direttamente dalla scatola dei Lego.

Il primo e il più misterioso di tutti tra i misteri è la sua energia. Lo racconta Massimo, il titolare dell’associazione Casa di Bacco, mentre ci serve del Vignanello doc, accompagnato da pizza farcita allo strutto.
Il borgo è stato valutato inagibile e abbandonato subito dopo la prima guerra mondiale, ma Calcata non resta mai sola,  attrae come un flauto magico generazioni di scrittori, poeti, artisti che rimangono incantati dalla bellezza e dall’energia del posto, stabilendo ivi i propri studi e le proprie botteghe.

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Incontriamo Athon Venghi, architetto e famosa egittologa, tra le prime a trasferirsi in paese più di 30 anni fa. Le chiediamo del mistero del posto. Lei sorride, si fa servire del vino da Massimo,  mi guarda e risponde semplicemente: “Tu l’avverti? La senti?”. Ecco la risposta, svelata direttamente dall’energia che penetra senza spiegazioni plausibili e che in alcuni punti del pianeta si fa più viva e intensa.
D’altronde anche i Falisci, molti secoli addietro avevano votato il sito a luogo sacro.

Il circondario di Calcata è ricco di reperti archeologici, antichi monumenti funebri e sacri templi: testimonianza che il piccolo villaggio era una delle primitive culle della civiltà nella penisola, prima ancora dei Latini stessi.

I misteri non finiscono qui:  gli originari abitanti Calcatesi sognano ancora il Santo Prepuzio del Cristo, scomparso da quasi un secolo. Massimo mi intrattiene con questa storia, mentre scendiamo lungo il paese alla ricerca della porta segreta o porta dei Nazisti. “La devozione al Prepuzio era ammirevole – afferma -; si dice che nel corso dei secoli siano avvenute diverse guarigioni”.
Per intenderci il Prepuzio è per Calcata come il sangue di San Gennaro a Napoli. Ma quel che più colpisce è la storia della reliquia: rubata da un Lanzichenecco al Papa durante il sacco di Roma nel 1527, fu nascosta a Calcata e rivelata dal forestiero solo in punto di morte. Per secoli è stata oggetto di culto, fino al giorno della sua sparizione. In paese si vocifera che sia stato il Vaticano stesso a portarla via di notte: dicerie o verità?… Mistero.

La discussione leggendaria e storica è interrotta dalla vista di un precipizio così ripido da far venire le vertigini. Siamo all’ingresso della porta segreta che veniva utilizzata in tempi di guerra per scappare dai Nazisti. Quel precipizio, a strapiombo verso la valle e ricoperto di sterpaglie, nascondeva un sentiero invisibile che portava giù senza essere visti. I tedeschi si chiederanno ancora come facessero i partigiani a scappare dal borgo.

Intanto, risaliti in paese, Massimo continua a servire del vino, mentre alla casa di Bacco entra un hippy simpatico e gioviale. Negli anni ’60, l’hippy, in visita con amici a Calcata, decise di non rientrare più e di fare di quelle pietre e di quei luoghi la sua residenza. Gli chiediamo il motivo e lui, accennando un sorriso, così ci risponde: “Un luogo in cui le persone si lasciano andare, come una radio quando aumenti un po’ il volume… in generale se leggi poco, a Calcata leggi di più, se scrivi, qui scrivi di più. Se suoni, se ami, se pensi, se sogni, se speri, a Calcata fai tutto di più”. Insomma un luogo che aumenta le virtù degli esseri umani.
E da Calcata per Bit culturali è davvero tutto.

Diego Pirozzolo

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