La Triennale di Milano, in collaborazione con Robert F. Kennedy Foundation of Europe e Fondazione Doppia Difesa, dal 5 al 31 marzo 2011 presenta la mostra fotografica di Donata Pizzi dal titolo “Intolerance zero“.
Le immagini della fotografa vogliono introdurre e provocare una riflessione sul tema dell’intolleranza attraverso i casi di persone morte nel primo decennio del XXI secolo perché portatrici di un’idea di libertà e giustizia.
Uomini e donne come Hina Saleem, la ragazza pakistana uccisa l’11 agosto 2006 vicino a Brescia dal padre e da alcuni parenti per non aver accettato il marito pachistano scelto dalla famiglia; come padre Anthony Kaiser, ucciso a Naivasha, in Kenya, per aver denunciato la corruzione del governo e aver difeso il diritto agli insediamenti delle tribù keniote più deboli; come Eudy Simelane, capitano della nazionale sudafricana di calcio, 25 anni, violentata e uccisa nel 2008 in uno stupro collettivo nella township di Kwa Tema, nel Gauteng, in Sudafrica, dove era nata e dove viveva apertamente la sua omosessualità.
«Queste persone che muoiono ora, sono vicinissime a me, sono miei coetanei – afferma Donata Pizzi -, e tante sono donne, che vivono e lottano nel mio stesso tempo. Ho pensato di testimoniare il loro impegno fotografando i luoghi dove sono state assassinate, per ricordarle oltre il momento cruento della cronaca. Tutti questi luoghi, lontanissimi tra loro, ma vicinissimi alla vita di ognuno di noi (una qualsiasi strada, un anonimo interno, un grande magazzino, un paesaggio), vogliono ricordare l’incongruità e la diffusione oggi di una violenza che ci riporta ai secoli bui. Nella mia convinzione le immagini ci aiutano a non dimenticare, a riflettere, per mantenere vivi l’energia e l’impegno di queste persone generose e libere, che hanno vissuto vite vere».
Non semplici spazi, dunqe, ma testimoni incancellabili di morti ingiuste all’insegna dell’intolleranza. Donata Pizzi li ha cercati e fotografati per ricordare la storia che ciascuno di essi porta in sé ma anche per dire che ancora oggi nessun luogo sfugge dal poter diventare prima o poi scenario di episodi di discriminazione e sopraffazione.
La mostra gode del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministro per le Pari Opportunità.