Roma, 510 a.C. Tarquinio il superbo, salito al potere grazie all’omicidio del suocero, tiranneggia il popolo e non esita a macchiarsi di delitti atroci per conservare il proprio dominio. Un uomo solo ha il coraggio di opporsi: Lucio Giunio Bruto. La rivolta ha avuto l’avallo della divinità: in spedizione a Delfi insieme ai figli del re, al responso dell’oracolo che indicava il successore di Tarquinio nel primo che avesse baciato la madre, Bruto aveva finto di cadere e aveva baciato la Madre Terra, mostrando un’insospettabile furbizia e intraprendenza. Al ritorno a Roma, Bruto istiga una rivolta popolare contro la monarchia, istituendo per la prima volta un collegio di magistrati, e fondando finalmente la Repubblica. Sullo sfondo della Roma delle origini, Andrea Carandini traccia un affresco storico impareggiabile, che attraverso una rigorosa lettura delle fonti ricostruisce passioni, delitti e misteri di uno dei capitoli più affascinanti della Storia.
Andrea Carandini insegna Archeologia classica all’Università La Sapienza di Roma. È noto soprattutto per la scoperta, a Roma, delle mura del Palatino del VIII secolo a.C. e per i suoi scavi nella villa di Settefinestre. È presidente del Consiglio superiore dei beni culturali. Fra i suoi libri più recenti Archeologia classica (Einaudi 2008) e Re Tarquinio e il divino bastardo (Rizzoli 2010).
Scheda libro
Autore: Andrea Carandini
Titolo: Res publica. Come Bruto cacciò l’ultimo re di Roma
Editore: Rizzoli
Prezzo: € 18,90
Pagine: 180 + 24 a col.
Anno: 2011