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Pietà – Film di Kim Ki-duk – Recensione

Una scena del film La pietà

La tentazione di ripensare in blocco e respingere con fastidio la produzione di un autore che in altri tempi avevamo ammirato, è forte e, almeno in parte, giustificata. Soprattutto dopo un film come Pietà, sorta di cupo melodramma noir o di torva favola morale che, da un lato, esibisce una vocazione religiosa su cui appare lecito nutrire almeno qualche dubbio, e, dall’altro, presenta risibili intenzioni di polemica sociale, coniugando i temi sommi dell’amore, del dolore e della morte con dosi indigeste di morbosità irriguardosa e sguaiata.
Se già il narcisismo scriteriato e inerte di Arirang ci aveva annoiati oltre misura, l’esotismo fasullo di Pietà non può che lasciarci basiti.

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E tuttavia la pellicola è stata premiata con il leone d’oro all’ultimo festival di Venezia. Ma Venezia, si sa, è un luogo magico e incantato, un luogo dove, come nelle lande deserte abitate dalle streghe di Macbeth, “il brutto è bello”.

Nicola Rossello

Scheda film

Titolo: Pietà
Regia: Kim Ki-duk
Cast: Lee Jung-Jin, Jo Min-Su
Durata: 104 minuti
Genere: Drammatico
Distribuzione: Good Films
Data di uscita: 14 settembre 2012

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