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Firenze | Icone russe in mostra alla Galleria degli Uffizi

Russia centrale, secondo quarto del XVIII secolo, Madre di Dio di Kazan, Inv. 1890, particolare

Nella Sala delle Reali Poste degli Uffizi di Firenze dal 20 dicembre 2014 al primo febbraio 2015 resteranno in mostra 81 icone russe appartenenti alle Gallerie fiorentine. Le opere costituiscono il più antico nucleo collezionistico di icone russe esistente al di fuori del mondo ortodosso.

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I due esemplari più antichi, un’icona mariana e quella raffigurante la Decollazione del Battista, sono databili fra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII e conservano ancora la coperta d’argento, detta oklad, che le rendeva gradite al gusto principesco di casa Medici, trovando posto fin dal Seicento fra le suppellettili della cappella di Palazzo Pitti.

Ad eccezione di pochi esemplari, tuttavia, la collezione giunse a Firenze in epoca lorenese ed è costituita per la maggior parte da icone databili alla prima metà del XVIII secolo; i caratteri stilistici che le accomunano sono tali da far supporre che possano essere state acquistate per piccoli gruppi in qualche bottega provinciale della Russia centrale. Una scritta presente sul retro dell’icona con le Storie di Cristo porta a ipotizzare un legame con la chiesa ortodossa della Santissima Trinità di Livorno, eretta alla fine del sesto decennio del XVIII secolo con il favore del granduca Francesco Stefano di Lorena. Nell’ambito della strategia propagandistica messa in atto da Caterina di Russia durante la guerra con i Turchi (1768-1774), nel corso della quale la flotta russa soggiornò a Livorno, la zarina fece ricorso più volte a doni votivi, tributandoli anche alle comunità ortodosse d’occidente, ed è possibile che la collezione delle icone oggi agli Uffizi si origini in un episodio legato a questo particolare momento storico.

La rassegna, promossa dall’Associazione Amici degli Uffizi e curata da Valentina Conticelli, Daniela Parenti della Direzione della Galleria e Vincenzo Gobbo, è parte integrante del ciclo ‘i mai visti’, che ogni anno offre al pubblico l’opportunità di approfondire temi legati ad opere poco note delle sue collezioni.

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