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Urbino, ricomposto in una mostra lo Studiolo del Duca

Lo Studiolo del Duca

Grazie ad una mostra allestita ad Urbino presso la Galleria Nazionale delle Marche, è possibile dal 12 marzo al 4 luglio 2015 ammirare, per la prima volta dopo circa 400 anni, lo Studiolo del Duca Federico di Montefeltro nella sua veste originaria, precedente cioé allo smembramento dei dipinti, avvenuto nel Seicento, che completavano la decorazione dello Studiolo nel Palazzo Ducale di Urbino.
Ritornano, pertanto, ad Urbino i dipinti raffiguranti quegli Uomini illustri che ispirarono il Duca.
Una ricostruzione affascinante e complessa che rivela un tratto della storia di Urbino e un capitolo fondamentale del nostro Rinascimento.

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Lo Studiolo d’Urbino rispondeva all’antica idea di ricreare un ambiente adeguato a favorire studio e riflessione, radunando immagini di sapienti – con i quali instaurare un dialogo virtuale – e oggetti rari con cui nutrire lo spirito. Un luogo di piccole dimensioni, collocato nel cuore dell’appartamento del Duca e adiacente agli spazi domestici, composto da un continuum di tarsie lignee di bottega fiorentina (Giuliano, Benedetto da Maiano e bottega, con cartone di Botticelli per le “Virtù” e forse Francesco di Giorgio Martini) con raffigurati libri, strumenti musicali e scientifici, armi e insegne, clessidre e personificazioni allegoriche che compaiono su ripiani della finta panca e fanno capolino da finte ante socchiuse. Un trionfo illusionistico coronato, tra rivestimento ligneo e soffitto, dai ritratti appunto di 28 Uomini Illustri collocati in gruppi di quattro, su due piani.

Oggi solo la metà dei ritratti è conservata nel Palazzo divenuto sede della Galleria Nazionale delle Marche – opere acquistate dalla Stato italiano nel 1934 a seguito del famoso accordo sul Fidecommesso Barberini e riportate in loco – mentre le restanti 14 tavole, giunte al Museo del Louvre nel 1863, non sono mai tornate prima d’ora in Italia.

L’eccezionale ricomposizione dello Studiolo è accompagnata da un innovativo apparato multimediale – per approfondire l’opera e il contesto storico e artistico nel quale essa ebbe origine, rievocando il clima della corte urbinate nell’ultimo decennio di vita del Duca di Montefeltro, e per visualizzare il percorso d’indagine e studi condotto in questi anni – ma anche da poche e importanti opere scelte.
Così le testimonianze degli artisti che lavorarono per lo Studiolo si affiancano a opere che illustrano la personalità, il gusto e la cultura di Federico e di coloro che gli furono accanto: il San Sebastiano di Pedro Berruguete e La Comunione degli Apostoli di Giusto di Gand, il famoso Doppio Ritratto realizzato sempre dall’artista spagnolo e l’imponente Candelabro con le imprese del Duca, opera di Francesco di Giorgio Martini prestata dal Museo Diocesano Albani; il Ritratto di Guidobaldo da Montefeltro di Bartolomeo della Gatta della Galleria Colonna di Roma e quello di Battista Sforza di Domenico Rosselli dai Musei Civici di Pesaro; i due Tondi marmorei con bassorilievi raffiguranti Federico e Ottaviano Ubaldini, conservati nella Chiesa e Museo di San Francesco a Mercatello sul Metauro, e il monumentale Leggio che troneggiava nella Biblioteca del Duca a sostegno della famosa Bibbia ebraica; e poi – tra gli altri – alcune opere di Giovanni Santi.

La mostra, curata da Carlo Bertelli, Alessandro Marchi e Maria Rosaria Valazzi, è organizzata da Villaggio Globale International e Civita Cultura, promossa dalla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche, dalla Regione Marche e dalla Città di Urbino, con la partecipazione del Musée du Louvre.

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