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Ascona | Paula Modersohn-Becker. Berlin, Worpswede, Paris

Paula Modersohn-Becker, Ragazzo sulla strada sotto delle betulle, 1900, Museen Böttcherstrasse, Paula Modersohn-Becker Museum, Bremen
Paula Modersohn-Becker, Ragazzo sulla strada sotto delle betulle, 1900, Museen Böttcherstrasse, Paula Modersohn-Becker Museum, Bremen

Il Museo Comunale d’Arte moderna di Ascona dedica, dal 26 aprile al 19 luglio 2015, una monografica a Paula Modersohn-Becker, esponente di spicco dell’avanguardia nordica e anticipatrice dell’arte moderna.

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L’esposizione, curata da Mara Folini e realizzata in collaborazione con la Paula-Modersohn-Becker-Stiftung e il Paula Modersohn-Becker Museum di Brema, propone 36 opere, tra dipinti e disegni, che marcano le tappe fondamentali del suo percorso artistico, tra Berlino, Worpswede e Parigi, cui si affianca una selezione di brani dal suo diario che testimoniano e analizzano i travagli interiori di una giovane donna, artista in una società al maschile, che cerca in tutti i modi di liberarsi da ogni fardello per esprimere se stessa.

Il percorso espositivo prende avvio proprio dal suo periodo trascorso a Berlino, dove frequenta i corsi alla Verein der Berliner Künstlerinnen und Kunstfreundinnen(1896); quindi, si trasferisce a Worpswede, nella Bassa Sassonia tedesca, dove si era costituita la comunità artistica che, già allo scadere dell’Ottocento, si era posta in opposizione alla vita alienante della città, incoraggiando un ritorno alla natura, a una vita agreste autentica, privilegiando i ritmi della natura stessa e la cultura contadina dei suoi abitanti, con i loro valori e le loro credenze.

Qui, nel 1897, Paula si confronta dapprima con l’arte realista intensamente religiosa del suo maestro Fritz Mackensen (1866-1953), con il quale realizza opere grafiche dal disegno conciso, sulla scia di quanto già sperimentato a Berlino. I suoi soggetti sono donne, fissate nell’intensità esistenziale di un corpo, di un atto, di un profilo.

Inoltre si dedica ai paesaggi, in particolare quelli di Worpswede con le tipiche betulle, che già tendono verso una composizione più geometrizzata e mentale piuttosto che atmosferica e sentimentale.

Questo processo di affrancamento dalle forme realistiche, già iniziato a Worpswede, sarà approfondito dalla Becker a Parigi, in cui vivrà per periodi più o meno lunghi dal 1900 al 1907, e dove si rapporta con i nuovi linguaggi dell’arte moderna che le faranno raggiungere la maturità artistica, grazie soprattutto alla lezione francese di Gauguin e dei Nabis oltre che a quella di Cézanne, Van Gogh, Matisse e del primo Picasso.

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