HomeFotografiaAl MAST di Bologna il racconto di un'Emilia Romagna che cambia

Al MAST di Bologna il racconto di un’Emilia Romagna che cambia

Bas Princen, Senza titolo, dalla serie Galleria Naturale, 2007, Untitled, from the series Galleria Naturale , Collezione Linea di Confine / Linea di Confine Collection, Rubiera, © Bas Princen
Bas Princen, Senza titolo, dalla serie Galleria Naturale, 2007, Untitled, from the series Galleria Naturale , Collezione Linea di Confine / Linea di Confine Collection, Rubiera, © Bas Princen

Oltre 200 immagini, esposte presso la Fondazione MAST di Bologna, raccontano lo sviluppo economico e paesaggistico che ha interessato l’ Emilia Romagna negli ultimi decenni.
L’esposizione, dal titolo “Ceramica, latte, macchine e logistica – Fotografie dell’ Emilia Romagna al lavoro”, è curata da Urs Stahel ed è aperta al pubblico dal 4 maggio all’ 11 settembre 2016.

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Le opere di importanti fotografi insieme ad alcune immagini di scena tratte dal film “Il Deserto rosso” (1962) di Michelangelo Antonioni concorrono a creare un racconto che rappresenta fedelmente l’evoluzione economica dell’ Emilia Romagna e la trasformazione in atto nel sistema produttivo.

Si inizia con il classico ritratto di un operaio bolognese realizzato da Enrico Pasquali, seguito da immagini di dispositivi e attrezzi prodotti dalle Officine Minganti intorno alla metà del XX secolo e da macchine confezionatrici dismesse fotografate da Gabriele Basilico in uno stabilimento in fase di smantellamento e riconversione a Bologna. William Guerrieri, nel progetto Diary, mostra la dismissione di un caseificio industriale a San Faustino. Nei pressi di Rubiera, gli scatti di Paola De Pietri rappresentano la lavorazione tradizionale delle ceramiche, mentre le immagini di grande formato di Carlo Valsecchi rivelano industrie ad altissimo contenuto tecnologico.
Il cambiamento dato dall’accelerazione sulle strade e nelle nuove linee ferroviarie è visibile nelle fotografie sulla costruzione della TAV, la linea ferroviaria ad alta velocità che collega Torino a Napoli, di Tim Davis, John Gossage, Walter Niedermayr e Bas Princen in contrasto con le immagini idilliache del Delta del Po realizzate da Marco Zanta.
I paesaggi di Guido Guidi, piccole foto a colori, raccontano i cambiamenti avvenuti nell’ambiente antropizzato dell’ Emilia Romagna assieme alle fotografie che Olivo Barbieri ha dedicato a Cavriago e alle code davanti alle casse dei centri commerciali.

Il video “La Via Emilia è un aeroporto” di Franco Vaccari presenta l’arteria stradale che taglia la Regione sia come un’importante via di comunicazione sia come luogo di lavoro di prostitute. Lo sviluppo economico si accompagna al dibattito politico nell’opera di Lewis Baltz e nel reportage di Simone Donati che nel suo lavoro ha documentato i riti collettivi italiani.
Fanno parte del percorso espositivo video di Lewis Baltz, Franco Vaccari, Tim Davis e William Guerrieri.

Verrà proiettato in proiezione continua, il documentario Le radici dei sogni – L’Emilia-Romagna tra cinema e paesaggio (73 min.), girato nel 2015 da Francesca Zerbetto e Dario Zanasi. Il lavoro, prodotto dalla Cineteca di Bologna e MaxMan Coop, con il sostegno della Regione Emilia Romagna e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, racconta un viaggio nei paesaggi della Regione che ha nutrito le fantasie di alcuni tra i più importanti registi del cinema italiano e internazionale.

Una esposizione di 35 volumi su ambienti, contesti, realtà dell’ Emilia Romagna, messi a disposizione da Linea di Confine, completano il percorso espositivo.

La mostra riprende il tema La Via Emilia. Strade, viaggi, confini che caratterizza la XI edizione di Fotografia Europea, di cui MAST è partner, in programma a Reggio Emilia dal 6 maggio al 10 luglio 2016

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