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Charlotte Salomon, in mostra a Milano le opere dell’artista ebrea

Charlotte Salomon, 1939 circa, Collection Jewish Historical Museum, Amsterdam
Charlotte Salomon, 1939 circa, Collection Jewish Historical Museum, Amsterdam
© Charlotte Salomon Foundation

Arrivano in Italia, a Palazzo Reale di Milano, le opere di Charlotte Salomon, la giovane ebrea berlinese che, prima di morire ad Auschwitz, affidò il racconto di tutta la sua vita a centinaia di tempere, raccolte sotto il titolo Vita? o Teatro?

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Dagli anni Sessanta le tempere di Charlotte Salomon sono state esposte in forma antologica in alcuni importanti musei ma sino ad oggi mai in Italia.
Nelle sale al piano terra di Palazzo Reale, l’esposizione, che resterà aperta al pubblico dal 30 marzo al 25 giugno 2017, presenta circa 270 tempere, insieme a decine di fotografie storiche che illustrano la vita di Charlotte e gli avvenimenti del suo contesto, in parallelo alle scene rappresentate nel suo poema autobiografico e ad un filmato che introduce il visitatore nel mondo dei suoi affetti.

«Questa mostra propone ai visitatori il racconto inedito di una storia tristemente nota a tutti, che rappresenta una cicatrice nella storia dell’umanità, svelando però al pubblico per la prima volta il talento di un’artista sconosciuta ai più, che ha vissuto l’esperienza dei lager nazisti fino all’epilogo più tragico – afferma Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano –. L’arte si conferma così strumento di testimonianza e al tempo stesso di speranza e di riscatto, capace di ammonire e confortare, denunciare e consolare, con un linguaggio universale in grado di raggiungere chiunque, al di là di ogni confine fisico e culturale».

Sull’opera di Charlotte Salomon esistono ormai numerosi libri, filmati e naturalmente cataloghi che ne hanno accompagnato le esposizioni, tra cui anche alcune edizioni integrali delle tempere, a cui si sono recentemente aggiunti altri tributi a questa figura eccezionale, di genere sia letterario, sia operistico, sia filmico.
Lo stesso curatore della mostra milanese, Bruno Pedretti, è autore di un romanzo, “Charlotte. La morte e la fanciulla (prima ed. Giuntina, Firenze 1998; ed. francese Robert Laffont, Parigi 2006; nuova ed. Skira, Milano 2015), la cui protagonista è Charlotte Salomon.

La mostra ” Charlotte Salomon. Vita? o Teatro?” è promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e Civita Mostre, in collaborazione con il Jewish Historical Museum di Amsterdam.

Charlotte Salomon
Figlia di Albert e Franziska Salomon, Charlotte nasce a Berlino il 16 aprile 1917. Medico universitario il padre, musicista amatoriale la madre e celebrata cantante d’opera la matrigna Paula Lindberg, la formazione di Charlotte imbocca dopo il liceo la strada artistica. Frequenta infatti dal 1935 al 1938, unica allieva ebrea ammessa, l’Accademia di Belle Arti di Berlino. Nel 1939 lascia la Germania per rifugiarsi dai nonni materni a Villefranche-sur-Mer, vicino Nizza. Qui, nel 1940, a seguito del suicidio della nonna, scopre che anche la madre e la giovane zia di cui aveva preso il nome erano morte suicide. La terribile rivelazione, insieme alla drammaticità degli eventi che gravavano sulla sua sorte di perseguitata e profuga, la spinge a concepire e realizzare la sua grande opera autobiografica, Leben? oder Theater? (Vita? o Teatro?). Si tratta di un lungo racconto pittorico integrato da dialoghi teatrali, intersezioni letterarie e indicazioni musicali che si compone di ben 1325 documenti tra tempere, veline, annotazioni, varianti pittoriche e altre prove, con una scelta di quasi 800 tempere selezionate dall’autrice quali immagini del racconto definitivo. Ultimato da pochi mesi l’immenso lavoro, a fine settembre 1943 Charlotte viene arrestata dalla Gestapo insieme al marito Alexander Nagler e condotta ad Auschwitz. Il 10 ottobre, incinta di alcuni mesi, Charlotte giunge nel campo di sterminio, dove con ogni probabilità viene uccisa il giorno stesso.
La sua opera è sopravvissuta. Affidata prima dell’arresto al medico di Villefranche-sur-Mer, pervenne in America alla dedicataria Ottilie Moore, che dopo la guerra la donò al padre, fortunosamente sopravvissuto alla guerra e allo sterminio degli ebrei con la fuga in Olanda. I familiari di Charlotte decisero di affidare Vita? o Teatro? dapprima al Rijksmuseum di
Amsterdam, sino a quando nel 1971 l’opera passò al nuovo Jewish Historical Museum della stessa città, dove è tuttora conservata a cura della Fondazione Charlotte Salomon.

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