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I maestri del colore. Arte a Venezia nell’800

Guglielmo Ciardi, L’aratura, olio su tela, 44 x 95 cm - Mostra I maestri del colore. Arte a Venezia nell’800
Guglielmo Ciardi, L’aratura, olio su tela, 44 x 95 cm – Mostra I maestri del colore. Arte a Venezia nell’800

La Galleria Bottegantica di Milano ospita, fino al 20 maggio 2017, una mostra dedicata alla scuola veneziana del vero, fiorita tra gli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento.

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L’esposizione, curata da Enzo Savoia e Stefano Bosi, presenta una selezione di 40 opere provenienti da prestigiose collezioni private italiane che documentano l’affermarsi in territorio veneziano della pittura del vero“, eseguita en plein air, in cui la rappresentazione della realtà è ricondotta ai suoi valori essenziali.

Capofila dei giovani pittori è Guglielmo Ciardi (1842-1917). Erede ‘predestinato’ di Canaletto, Guardi e Bellotto, egli ha saputo trasferire nelle sue tele la sensazione sfuggente di Venezia, come nell’opera Canal Grande.

Rinnovatore e dominatore della moderna pittura veneziana è anche Giacomo Favretto (1849-1887). Le scene di genere da lui dipinte sono quadri di vita, con quel tanto di psicologia, di colore e di atmosfera necessari affinché l’opera si definisca e si ‘muova’.

Debitrice del realismo di Ciardi e di Favretto è la pittura di Luigi Nono (1850-1918), sebbene dalle sue opere traspaia un carattere più pensoso, lirico, maggiormente rivolto alla meditazione. A interessare l’artista è una concezione della vita che in senso molto lato può dirsi religiosa, nell’insistenza sulla fragilità delle cose, nella ricerca di una sottile trama di corrispondenze tra stato d’animo e paesaggio, come nel Mattino della domenica.

Sotto l’impulso di un realismo che spinge gli artisti a fissare sulla tela i mutevoli effetti luministici e atmosferici della laguna e della terraferma, tra fonti, laghi e ruscelli, si susseguono impressioni nate dal vero per mano di artisti quali Antonio Rotta, Alessandro Milesi, Egisto Lancerotto e Angelo dall’Oca Bianca, più interessati alla vita popolare di pescatori e gondolieri. Nell’ambito della veduta ‘pura’ la lezione di Ciardi è accolta e sviluppata dai figli Beppe ed Emma, e da Pietro Fragiacomo. Nelle opere di quest’ultimo lo spazio diventa ambiente emotivo, la veduta contemplazione e la dimensione quotidiana del lavoro dei pescatori esperienza condivisa di umanità, come in Piazza San Marco.

Colorista altrettanto sapiente è anche Ettore Tito (1859-1941). All’artista piace giocare con i colori, con i volumi e con i piani, in una specie di improvvisazione che si appassiona alle difficoltà, rasentando il virtuosismo.
A chiudere idealmente la rassegna è Federico Zandomeneghi (1842-1917) che dal 1874, anno del suo definitivo trasferimento a Parigi, proietta la pittura veneta a livello internazionale.

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