Presso il Museo Archeologico Regionale di Aosta, fino al 24 settembre 2017, è aperta al pubblico la mostra ” Giovanni Segantini e i pittori della montagna“, a cura di Filippo Timo e Daniela Magnetti.
L’esposizione propone un selezionato percorso che ha come fulcro l’esperienza pittorica di Giovanni Segantini, tra i massimi esponenti del divisionismo italiano, che ha eletto la montagna a proprio soggetto principe, interpretandola in modo personale e innovativo, sia in termini di stile sia di poetica.
La selezione di opere proposte in mostra individua e suggerisce uno dei molti possibili percorsi attraverso la pittura di montagna a cavallo tra il XIX e il XX secolo, limitando la propria attenzione ai soli artisti italiani e concentrandosi geograficamente sui lavori dell’arco alpino.
Accanto alle opere di Giovanni Segantini, scelte attingendo a uno specifico momento dell’esperienza artistica del pittore, ovvero agli anni giovanili trascorsi in Brianza, compaiono più di cinquanta artisti, a partire da Vittore Grubicy, Emilio Longoni, Baldassarre Longoni, Carlo Fornara, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Lorenzo Delleani, Cesare Maggi, Leonardo Roda, Italo Mus, sino a Fortunato Depero.
Accanto alle opere di questi maestri trovano posto i dipinti di almeno tre generazioni di altri artisti che, pur non avendo incontrato tutti la grande notorietà, hanno saputo instaurare un dialogo con i capofila, divenendo anch’essi partecipi di una pagina importante della storia dell’arte italiana.
All’interno del grande orizzonte tematico della pittura di montagna, le opere sono state organizzate in sette sezioni, oltre a quella dedicata a Giovanni Segantini che vede esposto lo splendido olio su tela La raccolta dei bozzoli: “Le vedute estive”; “Le scene di vita campestre e contadina“; “I paesaggi antropizzati“; “I ricordi alpini“; “I laghi“; “I tramonti e i notturni“; “Le vedute dei grandi paesaggi innevati“.
A queste si aggiunge una sezione dedicata a Italo Mus, il noto pittore valdostano di cui ricorre nel 2017 il cinquantesimo anniversario della scomparsa.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira, con testi di Annie-Paule Quinsac, Filippo Timo, Daria Jorioz, Daniela Magnetti, Marco Albino Ferrari, Maurizio Scudiero, Luca Minella, Beatrice Buscaroli.