Il Museo dell’Ara Pacis, a Roma, fino al 17 settembre 2017, ospita la mostra ” Spartaco. Schiavi e padroni a Roma“.
Grazie a un team di archeologi, scenografi, registi e architetti, l’esposizione restituisce la complessità del mondo degli schiavi nell’antica Roma a partire dall’ultima grande rivolta guidata da Spartaco tra il 73 e il 71 a.C..
I diversi ambiti della schiavitù ai tempi di Spartaco sono raccontati attraverso 11 sezioni che raccolgono circa 250 reperti archeologici affiancati da una selezione di 10 fotografie: Vincitori e vinti; Il sangue di Spartaco; Mercato degli schiavi; Schiavi domestici; Schiavi nei campi; Schiavitù femminile e sfruttamento sessuale; Mestieri da schiavi; Schiavi bambini; Schiavi nelle cave e miniere; Una strada verso la libertà; Schiavitù e religione.
Le opere sono inserite in un racconto immersivo composto da installazioni audio e video che riportano in vita suoni, voci e ambientazioni del contesto storico.
Chiudono il percorso i contributi forniti dalla Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO, International Labour Organization), Agenzia Specializzata delle Nazioni Unite nei temi del lavoro e della politica sociale, impegnata nell’eliminazione del lavoro forzato e altre forme di schiavitù legate al mondo del lavoro.
I reperti archeologici provengono da 5 musei della Sovrintendenza Capitolina, da molti musei italiani e da alcune importanti istituzioni museali straniere.
Le 10 fotografie – di Lewis Hine, Philip Jones Griffith, Patrick Zachmann, Gordon Parks, Fulvio Roiter, Francesco Cocco, Peter Magubane, Mark Peterson, Selvaprakash Lakshmanan –, che affiancano il percorso espositivo, rappresentano altrettante forti denunce visive, realizzate da maestri della fotografia di documentazione, che in tempi recenti hanno voluto osservare con il proprio sguardo e la propria macchina fotografica alcune forme di schiavismo dell’epoca post-industriale e contemporanea. Ancora oggi, infatti, sono circa 21 milioni gli esseri umani che, secondo stime ufficiali, possono essere definiti vittime della new slavery.
La mostra è ideata da Claudio Parisi Presicce e Orietta Rossini ed è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura.