HomeMostre ed EventiUrs Fischer protagonista di "In Florence" 2017

Urs Fischer protagonista di “In Florence” 2017

Urs Fischer, Untitled (Big Clay #3), 2008-2011, Cast aluminum, chrome steel skeleton, chrome steel bolts, Approximately: 403 1/2 x 299 1/4 x 255 7/8 inches (1024.9 x 760 x 650 cm) - Photo by James Ewing
Urs Fischer, Untitled (Big Clay #3), 2008-2011, Cast aluminum, chrome steel skeleton, chrome steel bolts, Approximately: 403 1/2 x 299 1/4 x 255 7/8 inches (1024.9 x 760 x 650 cm) –
Photo by James Ewing

Piazza Signoria ospita la seconda edizione di In Florence, evento di arte contemporanea, in programma dal 22 settembre al 21 gennaio 2018, ideato da Fabrizio Moretti e Sergio Risaliti, promosso dal Comune di Firenze e organizzato dall’Associazione Mus.e. in concomitanza con la Biennale Internazionale d’Antiquariato di Firenze.

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Dopo Jeff Koons, ospite di Firenze nel 2015, il protagonista assoluto della seconda edizione di In Florence sarà lo svizzero Urs Fischer, tra i grandi artisti del panorama mondiale.
Il progetto – a cura di Francesco Bonami – consiste, come di rito, nella presentazione di un’opera monumentale all’interno di quello straordinario museo della scultura a cielo aperto che è Piazza Signoria, in un contrasto quantomeno provocante tra antico e contemporaneo.

Urs Fischer si è reso famoso nel 2011 in occasione della 50ˆ Biennale di Venezia, quando ha fatto sciogliere una copia in cera e a grandezza reale del Ratto della Sabina del Giambologna, uno dei grandi capolavori della statuaria rinascimentale presente dal 1583 sotto la Loggia dei Lanzi. Ora, Fischer torna a Firenze con un nuovo sorprendente progetto artistico.

«Urs Fischer è uno degli artisti più influenti della propria generazione – scrive Francesco Bonami -. La sua produzione spazia dalla scultura alla pittura, dal design all’editoria: un artista a 360 gradi e “Rinascimentale” in senso del tutto nuovo. Il suo lavoro pur seguendo i percorsi classici della contemporaneità come l’astrazione e la figurazione è costantemente una sperimentazione di nuovi materiali e tecnologie. Una ricerca che non è affrontata per il semplice piacere della provocazione ma come strumento per raccontare storie nuove. In tutto il lavoro di Fischer non sono gli elementi materiali ad essere protagonisti, seppur essenziali, ma i contenuti ed i messaggi che comunicano in modo diretto allo spettatore».

Per l’occasione, l’artista svizzero, residente da molti anni a New York, ha ideato un doppio progetto inedito incentrato sulla scultura tenendo conto del contesto storico e artistico urbano così carico di segni e storie della Piazza Signoria.
In Piazza della Signoria si innalzerà Big Clay #4, una scultura di grandi dimensioni – circa 12 metri – in metallo, le cui forme hanno contemporaneamente qualcosa di primordiale e di infantile, di totemico e di architettonico. «La grande scultura Big Clay #4 che apparirà nel punto focale di Piazza della Signoria in dialogo con la Torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio – spiega Bonami – è soltanto apparentemente monumentale. In realtà è un monumento alla semplicità e alla primordialità del gesto umano che plasma la forma. Uno sguardo più approfondito della superficie di alluminio dell’opera scoprirà le impronte digitali delle dita dell’artista. La scultura infatti è l’ingrandimento di piccoli pezzi di creta modellati dall’artista nel suo studio. Un monumento alla manualità e all’azione creativa più semplice e quotidiana».

A completezza del progetto, Fischer posizionerà due opere sull’Arengario di Palazzo Vecchio: tra la riproduzione del David di Michelangelo e quella di Giuditta e Oloferne di Donatello, in continuità con le esposizioni di Jeff Koons (2015) e Jan Fabre (2016), l’artista svizzero posizionerà due figure umane, trasformate in candele, che si consumeranno lentamente durante la durata della mostra, quali simboli della finitezza umana e della durevolezza dell’arte.
Le due figure saranno quelle di Francesco Bonami e di Fabrizio Moretti, visti dall’artista come cittadini del mondo che hanno le loro radici nel territorio e nella sua cultura, due ritratti che attraverso la consumazione della cera diventeranno corpi astratti. Le due figure resteranno esposte per circa un mese, fino al completo scioglimento.

 

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