Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma è aperta al pubblico, fino al 28 gennaio 2018, una mostra dedicata al pittore Filippo Palizzi (Vasto 1818 – Napoli 1899).
L’esposizione, dal titolo ” Filippo Palizzi. L’universo incontaminato di un artista a metà ‘800 “, è a cura di Chiara Stefani e presenta una selezione di circa un centinaio di opere – tra dipinti e studi, talvolta non finiti – restaurate per questa occasione insieme alle cornici originali, ora nuovamente abbinate alle opere che ne erano prive.
“…i frutti del mio lavoro saranno custoditi nella Pinacoteca di opere contemporanee e non verranno un giorno dispersi. Essi rappresentano in complesso un’opera sola, l’opera di un artista vissuto solo per l’arte”. Con questa convinzione Filippo Palizzi donava i trecento studi del suo atelier napoletano al Consiglio Superiore di Belle Arti che alla fine del 1890 gli aveva fatto richiesta di un dipinto per incrementare le collezioni statali di arte contemporanea. Completa di cornici, la donazione fu allestita dallo stesso Palizzi nel 1892 in due sale di Palazzo delle Esposizioni, prima di raggiungere, nel 1915, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, dove venne variamente esposta all’interno del percorso delle collezioni permanenti.
Rispetto all’iniziale allestimento previsto da Palizzi, con dipinti esposti in ordine cronologico e senza soluzione di continuità su più registri, ora gli spazi della Galleria sul lato di via Aldrovandi permettono una lettura più pausata degli studi di piante e di animali, paesaggi, dipinti con scene di interno, di battaglia e ritratti realizzati dall’artista tra l’inizio del quinto e la fine dell’ottavo decennio dell’Ottocento.
Abruzzese di nascita, napoletano di adozione, spesso in viaggio tra la Campania e la Francia, Filippo Palizzi è stato pittore, si è dedicato alla ceramica e ha mostrato un forte interesse per l’incisione calcografica e la fotografia. Partecipe del “momento unitario” della pittura italiana dell’Ottocento, spettatore attento delle manifestazioni del popolo napoletano in difesa della Costituzione nel 1848, egli è stato protagonista di un rinnovamento della formazione didattica nel contesto del dibattito sulle arti industriali.