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Da Ribera a Luca Giordano, caravaggeschi a Villa Zito di Palermo

Mattia Preti - Susanna e i vecchioni
Mattia Preti – Susanna e i vecchioni

Apre al pubblico il 17 febbraio 2018, a Villa Zito di Palermo, la mostra “Da Ribera a Luca Giordano. Caravaggeschi e altri pittori della Fondazione Roberto Longhi e della Fondazione Sicilia“.

L’esposizione è dedicata ai pittori che hanno operato nell’Italia centromeridionale nel Seicento e nel primo Settecento e in particolare ai numerosi artisti definiti “caravaggeschi”.

La maggior parte delle opere esposte provengono dalla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi. Alla pittura del Caravaggio e ai suoi seguaci Longhi ha dedicato una vita di studi, a partire dalla tesi di laurea dedicata al Merisi del 1911. Longhi seppe da subito riconoscere la portata rivoluzionaria della pittura del Caravaggio, così da intenderlo come “il primo pittore dell’età moderna”.

La mostra, a cura di Maria Cristina Bandera, si apre con il capolavoro di Valentin de Boulogne la Negazione di Pietro, monumentale tela che raffigura un soggetto caro a tutti i caravaggeschi.
Tra i grandi capolavori del primo caravaggismo spicca, inoltre, una serie di cinque tele raffiguranti gli Apostoli del giovane Jusepe de Ribera e la Deposizione di Cristo di Battistello Caracciolo.
Nel David con la testa di Golia di Giovanni Lanfranco l’espressività caravaggesca si abbina felicemente alla poetica degli affetti.
Inclinazione verso soggetti misteriosi e bizzarri dimostra la Vanità di Angelo Caroselli.
Nei due Paesaggi riferibili rispettivamente a Filippo Napoletano e a Viviano Codazzi si vedono le trasposizioni delle novità caravaggesche nel genere di paesaggio con un Bivacco notturno di grande effetto drammatico del primo artista e, del secondo, la Torre di san Vincenzo a Napoli (restaurata per l’occasione) contraddistinta da forti contrasti chiaroscurali.
Il profondo radicamento dell’esempio del Caravaggio nell’arte napoletana è attestato dal David di Andrea Vaccaro (anch’esso restaurato per l’occasione) e dal drammatico San Girolamo del Maestro dell’Emmaus di Pau.
Diversamente, l’Assunzione della Vergine di Antonio De Bellis dimostra la tendenza verso uno schiarimento della tavolozza che si verifica nell’arte napoletana nei decenni centrali del Seicento.

Nelle opere di Matthias Stom si vede materializzarsi una perfetta sintesi tra la cultura nordica di partenza e la pittura italiana.
Il percorso prosegue con due capolavori di Mattia Preti e due capolavori di Natura morta, la Natura morta di pesci di Giovan Battista Recco e la Natura morta di Tommaso Realfonzo. Infine, vengono presentati i capolavori della pittura di figura del Settecento appartenenti a due differenti correnti stilistiche – quella di pittura di respiro aulico, come Lucrezia e Cleopatra di Francesco Solimena e San Gaetano intercede per la cessazione della peste di Alessio D’Elia, e quella naturalistica esemplificata dall’irriverente Fantesca di Gaspare Traversi.

Nel percorso espositivo sono presentate quattro opere appartenenti alla Fondazione Sicilia: due grandi tele di Luca Giordano, rappresentato da una drammatica Giuditta e da un monumentale quadro mitologico con Nettuno e Anfitrite; il Cristo e la samaritana di Mattia Preti e Salomone e la regina di Saba di Francesco Solimena .

La mostra, accompagnata da un catalogo realizzato da Marsilio Editori, rimarrà aperta al pubblico fino al 10 giugno 2018.

Promossa da Fondazione Sicilia, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi e Sicily Art and Culture, l’esposizione gode del patrocinio della Regione Sicilia Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, ARS Sicilia – Assemblea Regionale Siciliana, Comune di Palermo – Assessorato alla Cultura.

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