Alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo, dal 24 marzo al 2 settembre 2018, resterà aperta al pubblico la mostra “L’essenziale verità delle cose. Francesco Trombadori ”, a cura di Giovanna Caterina De Feo.
In esposizione circa sessanta tele, dipinte tra il 1915 e il 1961, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private di tutta Italia, disegni, libri, cataloghi di mostre e articoli di giornale provenienti dall’Archivio dell’artista, custodito nel suo studio a Villa Strohl-Fern.
In mostra “Siracusa mia!”, una veduta del Teatro Greco di Siracusa con sullo sfondo Ortigia e il mare, il quadro insieme ai paesaggi siciliani degli anni Cinquanta, testimoniano un amore costante per la Sicilia, seppure a distanza.
Dal primo decennio del Novecento Francesco Trombadori è a Roma dove esordì nel vivace ambiente della cosiddetta Terza Saletta del Caffè Aragno, nel primo decennio del XX secolo, dove l’artista si avvicina al formativo ambiente de “Il Convito”, la rivista d’arte e letteratura fondata da Adolfo De Bosis con Gabriele d’Annunzio e Angelo Conti.
Di questo primo periodo in mostra si propongono, tra le altre, anche le opere “Il Viale di Villa Strohl-Fern” e “Alberi controluce”.
La seconda sezione della mostra è incentrata sulle opere dipinte all’indomani della Prima Guerra Mondiale.
Alle Biennali di Venezia e di Roma e alle mostre del Novecento Italiano cui è invitato in questi anni perviene ad un proprio, personale neoclassicismo, immergendo in atmosfere domestiche di raffinata purezza formale i suoi ritratti, nudi e nature morte, quali “Natura morta con i limoni”, “Natura morta con i cavoli rossi” e “Fanciulla Nuda”.
Negli anni Trenta prosegue il contatto con il mondo culturale della capitale, in particolare con il mondo della rivista “Circoli” fondata dal poeta Adriano Grande. In questo periodo dipinge la “Natura morta con i cavoli rossi, boccale e tela” e l’altra bellissima “Fanciulla nuda”.
La mostra prosegue con un accenno al difficile decennio 1940-1950, tra guerra e ricostruzione, con l’anomalo quadro “Lo sbarco del pilota ferito”.
Il percorso espositivo si conclude, infine, con i dipinti dal 1950 al 1961, scorci immersi in un’atmosfera deserta e lunare: i “paesaggi del silenzio” dipinti nelle tonalità dell’azzurro neutro e del grigio. Sono vedute di Roma, la città in cui vive, ma anche vedute della Sicilia, come il rimarchevole “La Fonte Aretusa”, la “Casa con i fichi d’India”.
Ogni sezione della mostra è corredata dal ricco patrimonio documentario proveniente dall’Archivio di Francesco Trombadori.
La mostra è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo, dalla Galleria d’Arte Moderna di Palermo e da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è accompagnata da un catalogo edito da Maretti edizioni.