HomeScienzePietro Piffetti tra arte e scienza. Il restauro del planetario

Pietro Piffetti tra arte e scienza. Il restauro del planetario

Planetario (Orrery)  attribuito a Pietro Piffetti (Torino 1701 – 1777), 1740 – 1750 circaPalazzo Madama di Torino presenta un nuovo allestimento che vede protagonisti gli arredi di Luigi Prinotto e di Pietro Piffetti dalle collezioni di Palazzo Madama.
Con i loro intarsi in avorio, tartaruga, metalli e legni pregiati, Prinotto e Piffetti – figure cardine nella storia del mobile e dell’ornato in Italia – hanno portato l’ebanisteria piemontese del Settecento ai massimi livelli. L’intervento è stato curato da Clelia Arnaldi di Balme.

Il nuovo allestimento si sviluppa al piano nobile tra Sala Quattro Stagioni, Camera di Madama Reale, Camera Nuova e Gabinetto Cinese e consente di valorizzare lo stile fantasioso di questi arredi, che comprendono console, mazzarine, cassettoni, crocifissi, tavolini.

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Durante l’incontro di presentazione particolare attenzione è stata dedicata al restauro e al rimontaggio del Planetario attribuito a Pietro Piffetti, un modello meccanico che riproduce la configurazione del Sistema solare come era conosciuto alla metà del Settecento, e cioè con i pianeti fino a Saturno.

Realizzato in legno e avorio intorno al 1740–1750 per rappresentare il dinamismo tra Sole, Terra, Luna e i pianeti con i loro satelliti, il planetario (detto anche Orrery da Charles Boyle quarto conte di Orrery, che fece costruire il primo strumento di questo genere nel 1704) veniva usato durante le lezioni di astronomia come strumento didattico per le dimostrazioni sperimentali con gli allievi.

Il Planetario viene esposto al pubblico in Camera Nuova nella configurazione statica del sistema solare secondo la teoria copernicana come nota a metà Settecento, accompagnato da un video che illustra il restauro e il funzionamento dell’opera, che serviva a illustrare: la simulazione del moto di due pianeti con orbita circolare, il moto ellittico di un pianeta intorno al Sole, il concetto di orbita retrograda, la teoria tolemaica non più in vigore, il moto orbitale della Luna intorno alla Terra e altri concetti dell’astronomia.

Ad arricchire il percorso anche una selezione di incisioni sul tema dell’ornato e dei modelli degli arredi, esposte nel Gabinetto Cinese. Tra essi una ristampa di primo Ottocento della lastra incisa da Francesco Antonio Gilodi su disegno di Pietro Piffetti recentemente acquisita dal museo e raffigurante il Vero ritratto del glorioso martire San Vittorio venerato nella chiesa dello Spirito Santo di Torino (1743), matrici di incisioni e fogli da repertori di modelli incisi e degli esempi di iconografie ricorrenti nelle decorazioni ad intarsio.

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