La Triennale di Milano presenta, dal 22 giugno al 9 settembre 2018, la mostra di Rita Ackermann, artista residente a New York che fonde astrazione e figurazione, dando origine a opere che oscillano tra presenza e assenza.
Ackermann espone la più completa raccolta finora mai dedicata alla serie coinvolgente dei chalk paintings.
L’esposizione, curata di Gianni Jetzer, comprende diverse installazioni suddivise in più pannelli come Aesthetic of Disappearance (2014) e Meditation on Violence (2014).
Nei chalk paintings (tele dipinte ad acrilico con disegni a gessetto) che l’artista sviluppa dal 2013, il processo di accumulazione è contrastato da una rimozione che porta a una nuova instabilità. Questa tecnica segna un ulteriore sviluppo nella progressione di interventi radicali che Ackermann
ha introdotto nelle sue opere nel corso degli anni. La figura dipinta, né presente né assente, appare in una condizione mutevole. Piuttosto che abbandonare la figurazione per l’astrazione, l’artista si muove in una zona interstiziale ambigua, sfocando letteralmente i contorni che dividono la figura dall’astratto.
I dipinti, di dimensioni monumentali, sono basati sia su un bouquet di arabeschi sia sulla presenza suggerita di figure spettrali, ma presentano anche grandi aree vuote. La composizione si espande oltre la cornice del quadro, sconfinando nelle altre opere della stessa serie. Allestiti a coppie, o l’uno di fronte all’altro, i lavori creano un ambiente raccolto che richiama quello di una cappella e si trasformano in finestre su un mondo astratto, sottilmente popolato da figure umane.