Gli spazi esterni di Palazzo Ducale a Mantova ospitano, fino al 7 ottobre 2018, la Biennale Light Art, con opere di artisti di fama internazionale che lavorano sul concetto di luce.
L’esposizione, curata da Vittorio Erlindo, presenta le creazioni luminose di Donatella Schilirò, Federica Marangoni, Nicola Evangelisti, Massimo Uberti, Edward Shuster + Claudia Moseley, Marco La Rosa, Davide Dall’Osso, Romano Mantovani Boccadoro, David Dimichele, Fardy Maes, inserite nel contesto storico della reggia gonzaghesca.
La rassegna potrà essere visitata dall’esterno percorrendo i sentieri che costeggiano il Castello, la Cavallerizza e il Portico della Rustica.
Le opere d’arte contemporanea dialogheranno quindi con la bellezza antica dei prospetti medioevali e rinascimentali. Guardando la città dal ponte di San Giorgio, cittadini e turisti potranno godere di nuovi scenari notturni, accolti dalle architetture illuminate del complesso museale e da figure immaginarie che animeranno le acque dell’ampio fossato.
«La Biennale – afferma Peter Assmann, direttore del Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova – illuminerà creativamente alcuni dei più prestigiosi spazi esterni di Palazzo Ducale: il prato della Cavallerizza e il loggiato di Eleonora, il porticato sotto la Palazzina della Rustica opera di Giulio Romano e il fossato del Castello di San Giorgio».
«La luce disegna e colora le cose, i paesaggi, gli ambienti, le città e la vita degli uomini – sottolinea Vittorio Erlindo, curatore e ideatore della manifestazione -. La sfida eterna tra il buio e la luce è in continuo divenire e mai si concluderà. L’uomo, nella breve storia della sua apparizione sulla terra, si è reso protagonista di continue invenzioni che ci consentono oggi di illuminare ed essere illuminati 24 ore su 24. Dopo secoli di studi e ricerche per avere più luce artificiale, tuttavia, è propria di questo tempo la costruzione in laboratorio del buio assoluto, che sembra tuffarci in quella tenebra primordiale che la scienza ha immaginato esistere prima della comparsa delle stelle, e che sembra riportarci all’origine profonda di noi stessi e dell’universo – continua il curatore -. Un altro modo per rammentarci che, senza il buio, la luce non apparirebbe e che, senza luce, nulla sarebbe accaduto nella lettura dell’universo: entrambe essenze inscindibili della natura, indispensabili per comprendere il contemporaneo».
A corollario della Biennale Light Art sono previste la produzione di un docufilm e la pubblicazione di un catalogo con immagini e testimonianze, in grado di documentare l’intero progetto attraverso lo sviluppo delle singole opere, dalle fasi iniziali sino all’installazione finale.