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Hokusai, Hiroshige, Utamaro. Capolavori dell’arte giapponese

Hokusai Katsushika (1760 – 1849) La [grande] onda al largo presso la costa di Kanagawa da Le 36 Vedute del Monte Fuji XXI secolo xilografia policroma tradizionale su carta da gelso 264 x 386 mm

A Pavia, alle Scuderie del Castello Visconteo una mostra pone a confronto il fascino delle stampe giapponesi di autori quali Katsushika Hokusai, Utagawa Hiroshige e Kitagawa Utamaro con quelle di artisti quali Edouard Manet, Henri Toulouse Lautrec, Pierre Bonnard, Paul Gauguin, Camille Pissarro e altri.

La rassegna, che resterà aperta al pubblico fino al 9 febbraio 2020 e che ha per titolo “Hokusai, Hiroshige, Utamaro. Capolavori dell’arte giapponese“, vuole mostrare le meraviglie delle ukiyo-e, ovvero le incisioni a colori su legno sviluppatesi nel Paese del Sol Levante a partire dal XVII secolo, e la profonda influenza che ebbero sulla storia dell’arte europea, soprattutto francese, del XIX secolo.

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L’esposizione presenta oltre 150 opere, provenienti dalla collezione d’arte asiatica della Johannesburg Art Gallery, a cui si aggiungono 30 stampe di proprietà dei Musei Civici di Pavia, databili al 1856-1857, eseguite da Kunisada Utagawa allievo di Toyokuni, maestro della tecnica ukiyo-e nell’Epoca di Edo.

È inoltre possibile ammirare la Grande Onda di Hokusai.

Il percorso esplora le tematiche più riconoscibili delle ukiyo-e: si parte con l’analisi della storia della stampa giapponese, approfondendo in particolare come l’inserimento di un elemento di stile come il colore si sia poi evoluto nel corso degli anni per diventare un’imprescindibile caratteristica delle incisioni.

Maestri del paesaggio è il titolo della sezione che raccoglie alcune opere a soggetto naturalistico di Hokusai e Hiroshige, cui molti artisti occidentali si rifecero per proporre l’immagine del Giappone, nella seconda metà dell’Ottocento, e che precede quella dedicata alla natura, ovvero agli animali che la popolano, dagli uccelli ai pesci.

Particolarmente suggestiva è la parte dedicata alla bellezza femminile, all’eleganza delle forme del corpo e dei ricchi costumi delle donne della società nipponica, che si contrappone a quella delle cortigiane e alla vita nel quartiere del piacere.

Tra i vari aspetti della società giapponese dell’epoca, si segnala un ricco nucleo di stampe dedicate al tradizionale teatro Kabuki, una forma di drammaturgia che portava sulla scena temi che spaziavano dal leggendario al soprannaturale, da avvenimenti storico-militari a episodi di vita contemporanea. In questa sezione si colloca il nucleo dei Musei Civici di Pavia: la mostra è infatti anche occasione per valorizzare i fogli provenienti dal lascito di Renato Sòriga, già direttore del museo pavese fino al 1939, che andò così ad arricchire la già ricca collezione di stampe del museo, originatasi da quella celebre del marchese Luigi Malaspina di Sannazzaro (1754-1835).

Gli artisti europei, in special modo quelli francesi, rimasero particolarmente colpiti dalle stampe ukiyo-e. Autori come Manet, Toulouse-Lautrec, Gauguin scoprirono nelle xilografie giapponesi una freschezza e una semplicità di forme e colori che ricercavano da tempo per trasformare e rivoluzionare la loro modalità pittorica.

La mostra, curata da Tara Weber, Laura Aldovini e Paolo Linetti, è accompagnata da un catalogo edito da Skira, ed è promossa dal Comune di Pavia, in collaborazione con Musei Civici di Pavia.

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