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“La porta aperta dell’orizzonte” di Madre Mirella Muià, una narrazione che dischiude il “mistero” che abita ogni vita

Mirella Muià - La porta aperta dell'orizzonte

Questo libro di cui ci ha fatto dono Madre Mirella, fondatrice dell’Eremo di Monserrato, alla periferia di quella “città sul monte”, come lei chiama la cittadina di Gerace, nella Locride, è una storia di vita che ella offre ad ogni tipo di lettore, incuriosito o affascinato dal suo titolo, che ci conduce per mano dall’infanzia alla età adulta, nella direzione del “porto sicuro” che apre alla dimora del senso della vita.

La storia di una bambina calabrese, emigrata fin dall’infanzia, smarrita prima e poi affascinata sul mare di Genova, che ha vissuto lei stessa la storia degli ultimi e che ha vissuto con intensità gli anni della fanciullezza, di una adolescenza appassionata e in continua ricerca di riferimenti autorevoli; studentessa delle superiori e poi all’Università, e infine docente nelle scuole dei paesi intorno a Parigi, e ricercatrice alla Sorbona, sempre aperta alla passione per la vita dalla parte degli ultimi.

Una storia attraversata da grandi incontri e da significative esperienze, che la aprono progressivamente al mistero della vita, come una porta che progressivamente rimane sempre aperta all’infinito, fino ad alcune esperienze religiose aperte che le permettono prima di incontrare l’ebraismo e poi la fede cristiana, sia quella cattolica che quella d’Oriente.

Attraverso questa “porta” Madre Mirella ritrova “una antica chiamata” che la ricondurrà, dopo diversificati soggiorni, al ritorno verso la “città sul monte”, Gerace appunto, dove da una ventina d’anni vive nell’ospitale Eremo dell’Unità, ponte aperto tra Occidente e Oriente, caldamente incoraggiata dal Vescovo Bregantini e dal Patriarca Bartolomeo I.

Una autobiografia che afferra e inchioda i lettori riguardo alla avventura personale della vita di ciascuno, sollecitando e favorendo la riscoperta del “mistero che abita ogni vita”.

Utilissima come narrazione anzitutto per i giovani in ricerca, inquieti e smarriti in questa cultura liquida che occulta ogni riferimento simbolico: un testo narrativo da adottare nel triennio liceale per l’insegnamento della religione cattolica o anche per un lavoro interdisciplinare.

Un libro che aiuta ad aprirsi e ad orientarsi, per rileggere, soprattutto da persona adulta, e rilanciare il proprio Progetto personale di vita, la “mission di vita sensata” per ciascuno, e così non rassegnarsi al disorientamento perenne o al ripiegamento su di sé.

E infine un libro che accompagna ogni lettore, i lettori credenti soprattutto, pur di fedi differenti, a rileggere in profondità la propria vita e che invita a rinarrare la propria storia, fino a lasciarsi condurre dal fascino del mistero dell’infinito che la abita e sollecita verso la responsabilità e la contemplazione. Un percorso che apre ad una fede adulta, dialogante, impegnata nella responsabilità verso il mondo che ci è affidato.

Mario Delpiano

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