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Giuliano da Sangallo. Disegni degli Uffizi

Giuliano da Sangallo - Figura maschile stante (Bagoa, attendente di Oloferne [?]), Firenze, Gallerie degli Uffizi, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe - Scena militare all’antica (Soldati davanti alla tenda di Oloferne) - Vienna, Albertina
Giuliano da Sangallo
Figura maschile stante (Bagoa, attendente di Oloferne [?]), Firenze, Gallerie degli Uffizi, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe
Scena militare all’antica (Soldati davanti alla tenda di Oloferne) – Vienna, Albertina
A Giuliano Giamberti, noto come Giuliano da Sangallo (Firenze, 1445 – 1516), tra i protagonisti del Rinascimento italiano, le Gallerie degli Uffizi (Gabinetto dei Disegni e delle Stampe – Sala Edoardo Detti e Sala del Camino) di Firenze dedicano una mostra che resterà aperta al pubblico dal 16 maggio al 20 agosto 2017.

In mostra una selezione di disegni che non solo getta luce sullo sviluppo dei peculiari metodi tecnici e grafici di Sangallo, ma più in generale su quelli più diffusi e condivisi nel periodo compreso tra gli ultimi decenni del Quattrocento e la fine del secondo Rinascimento.

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Architetto di Lorenzo il Magnifico e dei papi Giulio II della Rovere e Leone X Medici, Giuliano da Sangallo fu fra i più importanti disegnatori di architettura della sua epoca. A dimostrarlo senza ombra di dubbio – oltre ai preziosi codici antiquari di Siena e dell’Apostolica Vaticana, rispettivamente il Taccuino Senese e il Libro dei Disegni, consultabili in mostra in formato digitale -, è proprio l’eccezionale corpus grafico conservato agli Uffizi. La poliedrica attività del primo dei Sangallo ha, infatti, lasciato traccia in numerosi fogli storicamente attribuitigli in collezione, accostati nella sede dell’esposizione ad altri prodotti della sua allargata bottega familiare e di autori a lui contemporanei.
Questi disegni, come illustrato nelle varie sezioni della mostra, ne documentano il lavoro come architetto militare e grande innovatore dell’architettura civile e religiosa; lo strettissimo rapporto intellettuale con i committenti; l’incessante pratica dello studio dell’antico; le sperimentazioni condotte negli anni romani del confronto con Bramante, specialmente sul cantiere cruciale della basilica di San Pietro; l’intreccio fra composizione e invenzioni figurative; infine, la produzione come disegnatore di figura e le diverse inclinazioni verso altri artisti del suo tempo, in particolare Botticelli.

Ai fogli degli Uffizi è, inoltre, affiancata una testimonianza unica delle tecniche progettuali tra Quattro e Cinquecento lasciataci dallo stesso autore: il modello ligneo di Palazzo Strozzi a Firenze.

Il catalogo che accompagna la mostra, edito da Giunti, propone una sostanziale revisione del corpus storicamente attribuito all’artista.
Emerge così l’importanza del ruolo della sua bottega e in particolare della figura del fratello Antonio il Vecchio, alla cui mano sono restituiti numerosi fogli; viene inoltre confermata la nuova attribuzione a Giuliano da Sangallo di un foglio recuperato di recente nelle ricerche dei curatori della mostra. Sui disegni di assegnazione certa, i saggi esercitano un grosso sforzo interpretativo, per restituire l’immagine di dettaglio delle architetture lì delineate, in rapporto all’opera costruita di Sangallo.
In aggiunta, il catalogo e, di conseguenza, la mostra recuperano il rapporto strettissimo tra produzione grafica per l’architettura e disegno figurativo, nella Firenze a cavallo di Quattro e Cinquecento: non solo con la sottolineatura del ruolo degli ampi brani di scultura previsti da Giuliano da Sangallo per i suoi progetti, ma anche con la riconsiderazione parallela del corpus di figura, con una nuova proposta di identificazione dei soggetti che ricompone un gruppo unitario di fogli, distribuiti tra gli Uffizi e l’Albertina di Vienna.

Va ancora detto che una rilevante espressione degli interessi figurativi e collezionistici di Sangallo è fornita dall’esposizione del dipinto con la Madonna con il Bambino, san Giovanni Battista e un angelo della National Gallery di Londra in passato attribuito all’artista: in origine con ogni probabilità faceva, infatti, parte della collezione privata di Sangallo, il cui nome si legge sull’iscrizione antica apposta sul verso della tavola.

La mostra a cura di Dario Donetti, Marzia Faietti e Sabine Frommel, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi e Firenze Musei.

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