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Incisioni di Valentino Vago in mostra all’Accademia di Brera

Valentino Vago, Senza titolo (Paesaggio), 1959
Valentino Vago, Senza titolo (Paesaggio), 1959

L’Accademia delle Belle Arti di Brera rende omaggio alla ricerca artistica di Valentino Vago (Barlassina 1931 – Milano 2018) con una mostra dal titolo “Incisioni (1952-1959)”.

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L’esposizione, aperta negli spazi della Biblioteca dell’Accademia dal 25 ottobre al 21 dicembre 2018 (inaugurazione il 24 ottobre), presenta al pubblico un corpus di oltre quaranta incisioni ad acquaforte rieditate nel 2014 a partire dalle lastre originali realizzate dall’artista nel corso degli anni Cinquanta. Il restauro delle lastre e la stampa sono stati curati dalla Stamperia d’Arte Pilar Dominguez.

La mostra, che esplora la produzione incisoria del maestro di Barlassina, è ideata in collaborazione con l’Archivio Valentino Vago.

Vago si dedica a questa disciplina a partire dal 1951 frequentando i corsi all’Accademia di Brera, tenuti da Benvenuto Disertori, uno dei principali incisori italiani del primo Novecento e docente a Brera dal 1930 al 1960 e, nel 1956, espone i suoi lavori nella sua prima mostra in assoluto alla Galleria Bramante di Busto Arsizio. L’interesse dell’artista verso l’acquaforte trascende gli anni dello studio, come testimonia la sua iscrizione, dal 1957 al 1960, all’Associazione Incisori d’Italia e la partecipazione a tutte le mostre e i concorsi organizzati dall’Ente, in quegli anni presieduto da Carlo Carrà e Aldo Carpi. In questi primi anni di attività l’interesse di Valentino Vago per la grafica spesso anticipava, nei soggetti, le immagini affidate poi alla pittura, facendo diventare le due tecniche quasi complementari.
Osservando le opere in mostra, si può ripercorrere la visione della realtà che l’artista comunicava tramite molteplici temi espressivi: figure del quotidiano, contadini al lavoro, paesaggi rurali, scene naturalistiche, fino a giungere alle composizioni astratte, nelle quali il centro di interesse delle ricerche non è più il soggetto o la forma, bensì l’atto creativo di qualcosa in divenire, preludio della ricerca artistica che caratterizzerà l’opera del maestro negli anni Sessanta.

La vicenda incisoria di Valentino Vago si esaurisce nell’arco di pochi anni ma la qualità della sua ricerca e delle opere prodotte ad acquaforte è testimoniata dalla loro presenza in prestigiose collezioni, come nel caso della Civica Raccolta Bertarelli presso il Castello Sforzesco e la Civica Raccolta del Disegno di Salò.

La mostra è accompagnata da una pubblicazione curata dall’Archivio Valentino Vago per le Edizioni Stefanoni, che può essere considerata a pieno titolo un piccolo catalogo ragionato della produzione grafica di Valentino Vago perché raccoglie, oltre alle riproduzioni delle opere esposte, anche la documentazione di tutte le incisioni del maestro, anche quelle di cui sono solo state salvate le lastre originali. Completano l’opera un testo di Valerio Vago, presidente dell’Archivio e i contributi critici di Claudio Cerritelli, Elisabetta Longari e Viviana Cresseri.

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