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Jan Fabre in mostra a Venezia

Jan Fabre, Listen (1992) Size: 17,3 cm x 10,1 cm x 13,4 cm Techn: Glass, Bic Ink, Human Bones, Plaster Photographer: Pat Verbruggen Copyright: Angelos bvbaA Venezia, presso gli spazi dell’abbazia di San Gregorio, fino al 26 novembre 2017, è aperta al pubblico la mostra ” Jan Fabre. Glass and Bone Sculptures 1977-2017 “, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, Katerina Koskina e Dimitri Ozerkov.

In esposizione oltre 40 sculture di Jan Fabre (Anversa, 1958), in grado di ripercorrere la sua ricerca fin dalle origini, innescando una riflessione filosofica, spirituale e politica sulla vita e la morte attraverso la centralità della metamorfosi.
Vengono riuniti insieme lavori in vetro e ossa, realizzati nell’arco di un quarantennio, tra 1977 e il 2017.

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Affascinato dall’alchimia e dalla memoria dei materiali, Jan Fabre si è ispirato alla tradizione pittorica dei maestri fiamminghi che erano soliti miscelare ossa triturate con i pigmenti colorati e all’artigianalità dei vetrai veneziani. L’artista ha deliberatamente scelto questi due materiali duri, che sono forti a dispetto della loro delicatezza e fragilità, per mettere in risalto la durezza e la fragilità della vita stessa.

«La mia idea filosofica e poetica – ricorda Jan Fabre – che riunisce assieme il vetro con le ossa umane e animali, nasce dal ricordo di mia sorella che da bambina giocava con un piccolo oggetto di vetro. Questo mi ha fatto pensare alla flessibilità dell’osso umano in confronto con quella del vetro. Alcuni animali e tutti gli esseri umani escono dal grembo materno come il vetro fuso esce dal forno di cottura. Tutti possono essere modellati, curvati e formati con un sorprendente grado di libertà».

I due materiali modellano parti e insiemi di corpi umani e animali: a volte, questi mantengono la loro naturalezza cromatica; altre volte, sono dipinti con il colore blu tipico della penna a sfera Bic che l’artista usa da anni per raccontare l’Ora Blu, ovvero quel momento crepuscolare in cui avviene il passaggio dalla notte al giorno o viceversa, che segna il punto di confine e di mutamento del tempo naturale.

Quella dell’artista fiammingo è un’arte che ruota attorno all’instabile stato della metamorfosi e ai cambiamenti nel flusso dell’esistenza. Come il vetro, anche le ossa non sono indistruttibili. Al pari del vetro, le ossa si spezzano mostrando la fragilità e precarietà umana.

La mostra, evento collaterale della 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, è promossa dalla GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, in collaborazione con EMST – National Museum of Contemporary Art di Atene e The State Hermitage Museum di San Pietroburgo ed è accompagnata da un catalogo pubblicato da Forma edizioni.

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