HomeDidatticaIl Giardino del Gigante di Cento: il racconto "urbanizzato"

Il Giardino del Gigante di Cento: il racconto “urbanizzato”

Giardino del Gigante di Cento - Grande gabbia e seduta d'angoloCento (FE) – Nato dalla fantasia di una bambina e dalla creatività dell’artista Marco Pellizzola, il Giardino del Gigante è un esempio concreto di come sia possibile riqualificare un’anonima area urbana decentrata trasformandola in un luogo fantastico dove l’arte e l’ambiente si integrano perfettamente.


Il progetto, realizzato tra il 2000 e il 2006, interessa un’area di oltre 18.000 metri di estensione. In questo fantastico giardino è possibile ammirare le grandi sculture in mosaico ceramico realizzate dall’artista Pellizzola che ha tratto ispirazione da una favola scritta da sua figlia di appena nove anni. Le opere, ben integrate con la natura circostante, hanno la capacità di proiettare il visitatore in un magico universo. Ecco, allora, una lucertola lunga più di 30 metri, una gabbia ottagonale alta circa 10 metri e larga 5, una foglia verticale alta quasi 6 metri e lunga più di 11 ed un gigantesco merlo di 13 metri.

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Ogni elemento presente nel parco fa parte di un progetto unitario, frutto dell’immaginazione dell’artista. Le luci, ad esempio, e la pista ciclabile che attraversa il giardino sono state realizzate in relazione alle sculture, così come i tanti punti luce disseminati per tutta l’area, che di notte, mettendo in risalto la preziosità del mosaico ceramico, creano un magnifico effetto scenografico.
Nessun particolare è trascurato e ogni cosa contribuisce ad evidenziare l’armonica fusione tra natura e arte.

“Pellizzola con il Giardino del Gigante – ha sottolineato il Prof. Massimo Bignardi, docente dell’Università di Siena – ha voluto urbanizzare il racconto, renderlo, attraverso le forme, i segni, cioè il simbolico, soggetto completo ed attivo del corpo sociale, nuova figura della comunità. Ha urbanizzato il racconto per aderire al progetto della città che è proprio dell’arte, della sua storia: ciò non significa solo aver ridisegnato la prospettiva ad uno spazio destinato ad essere edificato, costruito una scena abitata da forme, allestito la sequenza cromatica, gli intrecci, la texture delle tessere ceramiche, del loro offrirsi alla luce, quanto aver ripreso il filo che lega la memoria (il giardino nasce da: “C’era una volta…”) al futuro”.

Il Giardino si avvale di un importante catalogo scientifico edito da Skira, Milano, che, attraverso un’ampia panoramica di immagini, documenta la genesi di questa monumentale opera pubblica.

Per conoscere la favola che ha ispirato l’artista e per imparare a giocare con le sculture del parco è stato, inoltre, pubblicato da Siaca Editore un libro per ragazzi (“La Favola del Giardino del Gigante”) scritto dallo stesso artista insieme alle sue figlie Chiara e Francesca.

Il progetto è, anche, il frutto di una collaborazione tra pubblico e privato. Promossa, infatti, dal Comune di Cento, l’opera è stata realizzata con il contributo di numerose imprese private e di sponsor che costituiscono il tessuto economico-imprenditoriale del territorio.

Un’opera, dunque, fortemente voluta dalla Città di Cento e che ne riflette tutta l’anima. Un’opera che fa onore ad una comunità che nel delicato lavoro di qualificazione urbana ha saputo intravedere l’opportunità per una qualificazione culturale.

Enzo Pappacena

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