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A Roma la rassegna sul Simbolismo – Da Moreau a Gauguin a Klimt

Gustav Klimt, Le tre età della donna, 1905, Roma, Galleria nazionale d’arte moderna, Italia.Dopo il successo ottenuto a Palazzo dei Diamanti a Ferrara, la rassegna dedicata al Simbolismo, curata da Geneviéve Lacambre con la collaborazione di Dominique Lobstein e Luisa Capodieci, è ospitata dal 7 giugno al 16 settembre 2007 nelle sale della Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma.

La mostra, organizzata da Ferrara Arte e dalla Soprintendenza alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, si conclude, dunque, nel museo dal quale proviene il quadro scelto come icona della mostra, Le tre età della donna di Klimt.

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Jean Delville, L’amore della anime, 1900, Bruxelles, Musée d’Ixelles, Belgio.Il percorso della mostra si sviluppa cronologicamente, ma al tempo stesso offre una panoramica esauriente delle tematiche che informano la poetica simbolista: ‘insistenza sui “grandi temi” della vita, della morte, dell’amore; il collegamento con la filosofia, la letteratura, la musica; il richiamo ai maestri del passato filtrato attraverso la sensibilità moderna; la scelta del simbolo dell’allegoria in polemica sia con l’arte accademica sia con il naturalismo.

Il percorso, con allestimento di Federico Lardera, inizia con la sezione dedicata ai precursori, ossia agli artisti che poco dopo la metà dell’Ottocento anticiparono la sensibilità simbolista: Böcklin con i suoi paesaggi misteriosi e carichi di reminiscenze classiche; Puvis de Chavannes che sogna una perduta età dell’oro; Rossetti che, nella sua ricerca di un ideale femminile, attinge alla tradizione dell’arte italiana; Burne-Jones con il suo mondo cavalleresco, il sarcastico Rops e soprattutto Moreau, del quale spiccano in mostra le variazioni su tema prediletto della Salomé.

La seconda sezione, dedicata alla fase matura del Simbolismo, si apre con Odilon Redon che fa da ponte ai precursori e la generazione degli artisti che ad essi si ispirarono. Sono protagonisti di questa parte centrale della mostra: Paul Gauguin, del quale è esposto solo a Roma il capolavoro Le parole del diavolo, di un raffinato primitivismo carico di suggestioni simboliche, insieme con i suoi compagni Nabis; il raffinatissimo e conturbante Khnopff e gli artisti che come lui parteciparono ai Saloni di Rosacroce; maestri della grafica come Klinger e Beardsley, e i nordici, da Thoma a von Stuck, fino all’allucinata melanconia di Munch.

Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il sole, 1904, Roma Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Italia.La terza e ultima parte documenta il persistere della poetica simbolista nel Novecento, fino alla vigilia della prima guerra mondiale. In apertura sono esposti i capolavori di maestri italiani quali Segantini, Previati e Pellizza da Volpedo, e in chiusura si respira il clima della secessione viennese con la straordinaria galleria di figure femminili dipinte da List, Hodler, Moser e soprattutto da Klimt, che chiude la rassegna con una delle sue più celebri allegorie, Le tre età della donna.

Il pubblico, dopo aver visitato la mostra, può approfondire la conoscenza del Simbolismo in Italia attraverso il percorso appositamente predisposto nella collezione permanente della Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea.

E’ possibile ammirare anche, esposte per la prima volta insieme in questa occasione, una selezione di circa 40 fogli di ispirazione simbolista conservati nel Gabinetto di grafica del museo, cui si aggiunge un foglio del norvegese-americano Hendrik C. Andersen dalle raccolte di grafica del Museo omonimo. Il testo introduttivo di Anna Maria Damigella, cui si deve il suggerimento di questa stimolante ‘appendice’ e che nella mostra sul Simbolismo firma ugualmente in catalogo il saggio sulla “Situazione italiana” definendone l’identità nazionale nei confronti della cultura europea, unito alla schedatura di Rita Camerlingo, responsabile del Gabinetto disegni e stampe della Galleria, indirizzano alla lettura puntuale dei materiali che qui si presentano, la maggior parte dei quali assolutamente inediti, segnalandone altresì il significato nella storia collezionistica del museo. Il catalogo della “Grafica simbolista dalle Collezioni della Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea” a cura di Rita Camerlengo, Anna Maria Damigella e Elena di Majo è edito da Palombi Editori.

Il catalogo della mostra è edito da Ferrara Arte.

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