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Intersezioni III

Wim Delvoye, Caterpillar n. 5, 2002, acciaio corten, cm. 300×350x900Saranno Stephan Balkenhol, Wim Delvoye e Marc Quinn, artisti di fama mondiale, a confrontarsi quest’anno con lo straordinario scenario del Parco Archeologico di Scolacium di Roccelletta di Borgia (Cz). Giunge, infatti, alla sua terza edizione Intersezioni, evento culturale di portata internazionale, consolidato terreno di contaminazione tra la scultura contemporanea e l’archeologia, che ha avuto come protagonisti delle precedenti edizioni Antony Gormley nel 2006 e Tony Cragg, Jan Fabre e Mimmo Paladino nel 2005.Organizzato dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Catanzaro con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria, l’evento si terrà dal 14 luglio al 14 ottobre 2007. Curatore del progetto è Alberto Fiz.

La scelta di far convivere la poetica di tre artisti come Stephan Balkenhol (Hessen, 1957), Wim Delvoye (Gand, 1965) e Marc Quinn (Londra, 1964) non è affatto casuale. La cifra di Marc Quinn Veduta generale del Teatro con Totem e Hoxton VenusIntersezioni, ovvero una relazione forte tra luogo e creazione d’artista, è quest’anno potentissima ed emozionante e prima di realizzare i loro interventi, i tre artisti hanno voluto vivere il luogo, lasciarsi fascinare dagli antichi edifici, prima di progettare i loro interventi. “Con tecniche, modalità e poetiche assolutamente autonome”, spiega Alberto Fiz, “Balkenhol, Delvoye e Quinn, appartenenti alla medesima generazione, hanno saputo cogliere l’evoluzione della scultura ponendosi in relazione dialettica nei confronti della storia dell’arte, intesa come comune bagaglio culturale da cui attingere”. Se le figure in legno intagliate di Balkenhol fanno riferimento alla tradizione medievale e al Rinascimento del Nord Europa, le creazioni in acciaio corten di Delvoye si richiamano al gotico, mentre Quinn, con i suoi marmi, bronzi e cementi, si muove intorno al concetto stesso di classicità.

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Magico è il luogo, che deriva da Minervia Scolacium, la colonia romana che s’installò nel 123-122 a.C. sulla città greca di Skilletio. Si tratta di uno dei siti archeologici più importanti dell’Italia meridionale, una preziosa stratificazione di civiltà: greca, successivamente italica, quindi romana e infine normanna.

Stephan Balkenhol, Grande testa 1994, legno dipinto, cm 110 x 80 x 90, particolareIl luogo diventa non solo la sede espositiva ma il punto focale di un’indagine a tutto tondo in grado di recuperare un’unità che appariva perduta. Quest’anno, poi, si assisterà ad un progetto integrato che, per la prima volta, coinvolgerà anche l’importante Museo Archeologico di Scolacium dove verranno collocate tre sculture di Quinn. Sarà, poi, utilizzato da Balkenhol il Museo del Frantoio, già scenario nel 2006 della suggestiva esposizione dedicata a Gormley.
Per quanto riguarda gli spazi esterni sono oltre 40 i progetti installativi proposti con opere talvolta inedite e generalmente mai esposte prima d’ora in Italia.

Stephan Balkenhol ha scelto d’insediarsi nell’area della Basilica normanna di Santa Maria della Roccella. Qui farà approdare la sua Barca di 8 metri di lunghezza e 5 tonnellate di peso, scolpita in legno, con due immagini, l’una maschile l’altra femminile, sulle due fiancate, quasi una rievocazione leggendaria delle navi dei pirati. Accanto ad una serie di caratteristici lavori in legno dipinto che faranno da contrappunto alla Basilica, l’artista tedesco ha voluto rendere un omaggio a Scolacium, un luogo che gli ulivi hanno per secoli preservato. Egli, infatti, incoronerà simbolicamente il Parco della Roccelletta con la sua Kranz-Skulptur, una corona reale composta da 22 parti in cemento e bronzo. A completare il progetto sarà la mostra retrospettiva nel vicino Museo del Frantoio dove compaiono, tra l’altro, due grandi altorilievi di quasi tre metri ciascuno.

Dump Truck, 2006, acciaio, cm 860 x 270 x 310Di particolare suggestione è il progetto gotico di Wim Delvoye collocato nella zona del Foro dove lo stile assume un aspetto allegorico e paradossale del tutto straniante nel contesto di Scolacium. Su questo tema l’artista belga ha già proposto, in differenti contesti, le sue opere ma il progetto ambientato al Parco della Roccelletta è sicuramente il più imponente e ambizioso. Delvoye ha realizzato un vero e proprio cantiere per costruzioni edili dove ciascuna macchina si trasforma in un’opera d’arte in movimento. Sono destinati ad avere uno straordinario impatto scenografico i due caterpillar alti nove metri già esposti negli Stati Uniti che trasformeranno il Parco in un cantiere permanente aperto durante la mostra con scavatrici, segnali e transenne, tutti rigorosamente decorati in acciaio corten. Non mancano nemmeno due Betoniere e un camion di quasi nove metri, Dump Truck, analogo per ideazione al Flatbed Truck che rappresenta in questi giorni uno degli elementi di maggior attrazione di Art Basel, la più importante fiera d’arte contemporanea del mondo. Quelle di Delvoye sono macchine monumentali dove il valore d’uso viene messo in discussione dall’aspetto postmoderno del linguaggio.

Nel suo personale dialogo con la classicità, Marc Quinn indaga la poetica del frammento e nel contesto del Teatro ambienta le sue Flesh, ovvero una serie di opere in bronzo patinato nero dove l’artista inglese indaga l’elemento organico mettendo in scena carni di animali che all’interno del Teatro assumono le sembianze di vere e proprie figure fantasmatiche. Un’indagine, quella di Quinn, che si rivolge alla lezione di Rembrandt ma non è priva di riferimenti a Francis Bacon. Per la prima volta, poi, verranno esposte due opere in cemento come Hoxton Venus e Totem che evocano la componente maschile e quella femminile richiamando la tematica della Barca di Balkenhol.
L’installazione proseguirà idealmente all’interno del Museo Archeologico di Scolacium dove verranno collocate tre sculture in marmo bianco legate alla poetica del frammento che entrano in relazione con le sculture romane acefale creando una serie di confronti e rimandi ricchi di conseguenze.

Il catalogo è edito da Electa con testi in italiano e inglese.

Stephan Balkenhol nato a Hessen in Germania nel 1957 espone regolarmente in gallerie e musei dal 1984 tra cui la Kunsthalle di Basilea , la Kunsthalle di Amburgo, l’Irish Museum od Modern Art di Dublino, la Nationalgalerie di Berlino, l’Hirshorn Museum di Washington, il Montreal Museum of Fine Art di Montreal. Nel 2007 ha esposto oltre 100 opere al Museo d’Arte Moderna di Salisburgo. Sempre nel 2007 una sua mostra si svolgerà al Pac (Padiglione d’Arte Contemporanea) di Milano.

Wim Delvoye nato a Gand in Belgio nel 1965 ha esposto in mostre personali nei principali musei europei e americani come il Centre Pompidou di Parigi, il New Museum di New York, il Muhka di Anversa, il Pecci di Prato, il Castello di Rivoli. Delvoye ha preso parte alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel. Una parte consistente della sua attività si svolge in Cina dove ha avuto ampi riconoscimenti.

Marc Quinn nato nel 1964 a Londra, ha, sin dagli anni Novanta, un’importante curriculum espositivo. Ha partecipato nel 1997 a Sensation: Young British Artists from the Saatchi Collection, presso la Royal Academy of Arts, a Londra. Ha tenuto diverse mostre personali in importanti istituzioni nel mondo, tra cui la Tate Gallery of Modern Art, a Londra (1995), la Kunstverein Hannover, ad Hannover (1999), la Fondazione Prada, a Milano (2000) e l’Irish Museum of Modern Art, a Dublino (2004). Attualmente una sua scultura in marmo di tre metri e mezzo, Alison Lapper è esposta a Trafalgar Square nel cuore di Londra.

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