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Gli acquerelli romani di Ettore Roesler Franz

Ettore Roesler Franz (Roma 1845-1907), Isola Tiberina da ponente col Ponte Cestio prima delle ultime demolizioni, Acquerello, mm 569×790, Roma 1878Si è chiusa domenica 30 marzo 2008, con grande successo di pubblico, la mostra “Paesaggi della memoria: gli acquerelli romani di Ettore Roesler Franz dal 1876 al 1895” allestita presso il Museo di Roma in Trastevere in occasione del centenario della morte dell’artista.

Ettore Roesler Franz nacque a Roma l’ 11 maggio 1845. Fu allievo delle Scuole Cristiane di Trinità dei Monti e dell’Accademia di San Luca. “La sincerità fa l’artista grande” era la scritta che figurava all’ingresso del suo studio romano a Piazza S. Claudio 96: a questa massima si ispirò sempre.

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Ettore Roesler Franz (Roma 1845-1907), Dai Prati di Castello - Il Tevere colle vecchie case della via di Monte Brianzo, a sinistra una delle posterule - al fondo a alignright la Torre detta della scimmia, Acquerello mm 565×785, Roma 1888Determinante per intraprendere la carriera di pittore fu l’aver seguito le orme di suo cugino Giuseppe, già ottimo acquerellista nonostante la sua giovane età, morto prematuramente nel 1851.
Per circa vent’anni a partire dal 1878 Ettore Roesler Franz si aggirò con pennelli, cavalletti e macchine fotografiche per vicoli e cortili, strade e piazze della Capitale e dintorni.
L’artista espose più volte in Europa: Parigi, Londra, San Pietroburgo, Berlino, Dresda, Vienna, Olanda e Belgio. Tra gli acquirenti delle sue opere figurano personaggi illustri di Casa Savoia, del Governo e delle case regnanti dell’Europa di allora.

Padrone assoluto della difficile tecnica dell’acquerello (carta, pennelli e colori da lui personalmente scelti provenivano dall’Inghilterra), ripeteva sempre “che a lui l’acquerello sembrava il mezzo più acconcio per riprodurre con verità le vedute campestri e specialmente la trasparenza dei cieli e delle acque”.
I soggetti preferiti dei suoi acquerelli, schizzi, bozzetti e fotografie sono i paesaggi della campagna romana, laziale ed abruzzese, le vedute di Tivoli e quelle inglesi. Ma il suo nome è legato soprattutto alla serie di “Roma pittoresca – Memorie di un’era che passa”: il ciclo di 120 acquerelli è l’unica testimonianza a colori di quello storico mutamento urbanistico che avvenne a Roma dopo la sua proclamazione a Capitale del Regno nel 1870 e che ci permette oggi di immaginare come era la città prima degli sventramenti.

Ettore Roesler FranzNella mostra “Paesaggi della memoria” è stato possibile ammirare 79 dei 120 acquerelli che l’artista realizzò dal 1876 al 1895. Le opere raccontano le due sponde del Tevere e la vita che scorreva nei vari rioni della città: il Ghetto, Trastevere, Celio, Borgo, Ripa, Campidoglio. La sua attenzione si rivolse alle zone maggiormente coinvolte dai mutamenti urbanistici post-unitari: le rive del Tevere dove furono abbattuti gli edifici costruiti a ridosso del fiume per poter costruire i muraglioni di contenimento delle acque. Opere pervase da commovente nostalgia per un mondo che di lì a poco sarebbe scomparso per sempre e che svelano una città che ancora aveva la dimensione umana e sociale di un paese; con ricchezza di particolari troviamo rappresentati scorci di palazzi medievali oggi spariti, le attività ormai scomparse e legate all’economia fluviale. La costruzione dei muri di contenimento del Tevere, infatti, se da un lato eliminò il problema delle piene, dall’altro cancellò tutti i mestieri basati sulla vicinanza dell’acqua come gli acquaioli, i vaccinari, i tintori, i mugnai, i pescatori, i marinai, le lavandaie.

In mostra anche 15 acquerelli nei quali l’artista raffigurò gli acquedotti della campagna romana tra i dintorni di Tivoli e la via Appia Antica. E poi ancora ritratti dell’artista e della sua famiglia e documenti quali il suo testamento, la cartella porta acquerelli e varie lettere.

Guida d’eccezione lungo il percorso della mostra il pronipote dell’artista, il dott. Pierluigi Roesler Franz, che, con grande professionalità e passione, è riuscito a trasmettere ai visitatori tutto il fascino e le emozioni di una Roma sparita.

Concetta Tiano

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