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Sotto le bombe

Locandina del film Sotto le bombe All’ultimo festival di Venezia il film del regista franco-libanese Philippe Aractingi ha riscosso quasi unanimi consensi e apprezzamenti, soprattutto da parte di quanti non mancano mai di fare il viso dell’armi ad ogni operazione dell’esercito israeliano, acconsentendo per contro a chiudere un occhio, o anche tutti e due, sulle nefandezze dei terroristi che in un Paese martoriato e infelice come il Libano da anni oramai la fanno da padroni applicandosi coscienziosamente a liquidare chiunque, cristiano o musulmano, osi dissentire dalla loro logica criminale.

Tant’è: a furia di pigiare sul pedale del politically correct, qualcuno ha persino tentato di spacciare questo film per un autentico capolavoro. E invece dovrebbe apparire all’evidenza di tutti – quantomeno dello spettatore intendente e non prevenuto – che Sotto le bombe è una pellicola assai modesta, costruita sull’equilibrio incerto tra finzione e realtà documentaria – un equilibrio che la regia di Aractingi si arrabatta a gestire nell’ingenua convinzione di offrire al pubblico in sala una testimonianza diretta e veritiera sul dramma del popolo libanese. E forse Aractingi neppure si avvede di essersi impantanato in una narrazione macchinosa e pasticciata, goffamente melodrammatica, intrisa di un patetismo sin troppo incontrollato – una narrazione che si trascina confusamente di qua e di là, ora nella direzione della commedia, ora in quella della tragedia: proprio come i due frastornati protagonisti della vicenda, su cui grava la scarsa attitudine del cineasta a far recitare gli attori secondo una cifra stilistica attendibile.

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Nicola Rossello

Scheda film

Titolo: Sotto le bombe
Regia: Philippe Aractingi
Cast: Nada Abou Farhat, Georges Khabbaz, Rawya El Chab, Bshara Atallah
Durata: 98 minuti
Genere: Drammatico
Distribuzione: Fandango
Data di uscita: 30 Aprile 2008

Sinossi

Zeina vive a Dubai. In pieno divorzio, decide di mandare il figlio Karim a casa della sorella a Kherbet Selem, un piccolo villaggio nel sud del Libano, per proteggerlo dai litigi coniugali. Qualche giorno più tardi scoppia la guerra. Zeina, folle d’angoscia, parte velocemente per il Libano, passando per la Turchia. A causa del blocco però non riesce ad arrivare al porto di Beirut che il giorno del “cessate il fuoco”. È qui che avviene l’incontro con Tony, il solo tassista che accetta di portarla verso Sud… Tony è cristiano ed abita a Beirut, suo fratello vive in Israele. Zeina invece è sciita. Nulla li accomuna: ma che importa. Insieme, percorrono i centri di raccolta profughi e attraversano un paese devastato. Arrivati a Kherbet Selem non trovano che rovine. La sorella di Zeina è morta e Ali, un bambino del villaggio, racconta loro che Karim è stato portato via da alcuni giornalisti francesi. Zeina e Tony partono alla ricerca del bimbo disperso… Un viaggio che li avvicina, di fronte alla morte che colpisce tutto intorno a loro.

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