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Pasquarosa (1896-1973). Un fenomeno dell’arte nella Roma del Novecento

Angelina, 1915, olio su tela, cm 50x50, Roma, Archivio Nino e Pasquarosa Bertoletti. (5199)Il Casino dei Principi di Villa Torlonia dal 24 giugno al 25 ottobre 2009 ospita la mostra Pasquarosa (1896-1973). Un fenomeno dell’arte nella Roma del Novecento.
La rassegna comprende circa quaranta opere dell’artista, alcune delle quali inedite, provenienti da collezioni pubbliche e private oltre che dall’Archivio Nino e Pasquarosa Bertoletti di Roma, capaci di illustrare l’intero arco cronologico della sua produzione.

Accanto ad esse una selezione di dipinti e di prove grafiche di Nino Bertoletti aventi per soggetto Pasquarosa. Un prezioso nucleo di testimonianze documentarie e iconografiche, appartenenti all’Archivio Nino e Pasquarosa Bertoletti, completa l’esposizione.

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La mostra è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma, Sovraintendenza ai Beni Culturali in collaborazione con l’Archivio Nino e Pasquarosa Bertoletti ed è curata da Pier Paolo Pancotto, studioso di Pasquarosa ed autore di diverse indagini sulla presenza femminile nell’arte a Roma nel XX secolo. L’organizzazione è di Zètema Progetto Cultura.

Pasquarosa Marcelli Bertoletti, nata ad  Anticoli Corrado nel 1896, poverissima, giovanissima e bellissima giunge a Roma per lavorare come modella. Qui entra in contatto con diversi pittori e scultori tra i quali Nino Bertoletti al quale si lega sentimentalmente. Tra il 1913 ed il ’14 si stabilisce con il compagno e futuro marito in uno studio a Villa Strohl-fern dove, sollecitata dalla vivace koiné artistica che la circonda, seppur priva di qualunque formazione, muove i primi passi in campo pittorico. Esordisce così alla Secessione del 1915 riscuotendo un inatteso successo. Da questo momento in poi, e soprattutto dopo la Mostra d’Arte Giovanile alla Casina del Pincio nel 1918, i critici più sensibili ed avveduti iniziano a sostenere il carattere assolutamente spontaneo ed originale della sua pittura con un’attenzione che non verrà mai meno negli anni seguenti. Alla fine degli anni Venti è chiamata a prendere parte alla Prima Sindacale romana e, avvenimento raro per un’artista italiana in quel periodo, a tenere una mostra personale a Londra presso l’Arlington Gallery. Nel corso degli anni Trenta e Quaranta e poi nel dopoguerra, fin quasi alle soglie della sua scomparsa, l’attività espositiva rimane intensa e in ogni occasione salutata con favore dal pubblico e dalla critica, come sempre vivi e inalterati resistono i sinceri legami d’affetto e di reciproca stima che da sempre la legano ad artisti ed intellettuali. Muore a Camaiore nel 1973.

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