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A Forlì la mostra “Fiori. Natura e Simbolo dal Seicento a Van Gogh”

 Autore ignoto: Fiasca fiorita I Musei San Domenico di Forlì ospitano dal 24 gennaio al 20 giugno 2010 la mostra Fiori. Natura e Simbolo dal Seicento a Van Gogh.
Attorno e a partire dall’opera “Fiasca fiorita“, conservata nei Musei e di cui non si conosce ancora l’autore, alcuni tra i più importanti studiosi hanno elaborato il progetto di una mostra che intende riproporre la storia della pittura di fiori, tra il naturalismo caravaggesco (cioè dalla fine del Cinquecento) e l’affermazione della modernità con Van Gogh e il simbolismo, giungendo così alle soglie del Novecento, prima della comparsa delle avanguardie storiche.

I capolavori di Caravaggio, Cagnacci, Gentileschi, Dolci e di altri grandi pittori che hanno eccezionalmente dipinto quadri di fiori, ma anche lo straordinario caso di Rembrandt nello strepitoso ritratto della moglie come Flora, aiuteranno se non a risolvere, ad avvicinarsi al mistero, che è poi racchiuso nel segreto della sua straordinaria bellezza, della “Fiasca fiorita” di Forlì.

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Carlo Dolci: Gesù Bambino con una ghirlanda di fioriLe opere selezionate saranno la dimostrazione di come i quadri di fiori o i quadri di figura, dove l’elemento floreale assume un rilievo simbolico e formale eguale se non superiore alla figura, abbiano raggiunto un’intensità e una originalità estetica assai superiore alla convenzionalità che caratterizza la pittura dei “Fioristi”.

Rispetto al Settecento, quando il tema sembra scomparire, si verifica una forte e decisiva ripresa nel corso dell’Ottocento. Mentre gli specialisti riducono la pittura di fiori a una produzione altamente specifica, ma inevitabilmente commerciale, sono proprio i protagonisti dei grandi movimenti della pittura moderna, dal Romanticismo al Realismo, dall’Impressionismo al Simbolismo, a reinventare il genere dandogli un nuovo significato.

Appiani, Runge, Hayez, Delacroix e Courbet, Bazille e Fantin-Latour, Manet e Monet, Cézanne e Renoir, De Nittis, Boldini e Zandomeneghi, Böcklin e Klimt, Van Gogh e Previati saranno rappresentati con quadri di fiori o di figure caratterizzati spesso proprio dalla ripresa di motivi seicenteschi, ma ispirati soprattutto dalla volontà, tutta moderna, di scardinare la gerarchia dei generi, sostituendo ai valori del contenuto quelli della forma, unendo a nuove valenze simboliche la magia della pura visione dell’occhio dell’artista che registra le impressioni della natura e crea una nuova realtà superiore, quella dell’arte.

La prima parte della rassegna intende approfondire la continuità degli interessi botanici nella società e nella cultura forlivese tra il prezioso giardino fatto allestire da Caterina Sforza alla fine del Quattrocento e il prestigio raggiunto a livello mondiale dal botanico Cesare Majoli (1746 – 1823). Le sue tavole illustrate di fiori saranno confrontate con i dipinti di alcuni dei maggiori “Fioristi” tra Sette e Ottocento.

Curatori della mostra e del catalogo sono Antonio Paolucci, Daniele Benati, Fernando Mazzocca e Alessandro Morandotti.

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