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Jeremy Rifkin – La civiltà dell’empatia

È oggi universalmente riconosciuta la necessità di “pensare globalmente e agire localmente”, ma lo si ritiene un compito di quasi insormontabile difficoltà. Perché? Secondo Jeremy Rifkin, la spiegazione va cercata nello stato attuale della coscienza umana: la struttura profonda dei nostri cervelli non è più adeguata all’ambiente da noi stessi creato. I nostri modi di sentire, pensare, agire sono legati a un’epoca che sta per finire. L’umanità sta per affrontare una mutazione senza precedenti, la terza grande mutazione della storia. Nel mondo agricolo, la coscienza umana era governata dalla fede; in quello industriale, dalla ragione. Con la globalizzazione della vita economica, sociale, culturale, con la transizione all’era dell’informazione, la nostra coscienza si fonderà sull’empatia, ossia sulla capacità di immedesimarsi nello stato d’animo o nella situazione di un’altra persona. La nuova coscienza globale sarà un amalgama di fede, ragione ed empatia. Rifkin esplora le implicazioni profonde di questa radicale ristrutturazione della coscienza e delle nuove forme di organizzazione personale e sociale che ne deriveranno.

Jeremy Rifkin, presidente della Foundation on Economic Trends di Bethesda, Maryland, insegna alla Wharton School of Finance and Commerce, dove tiene i corsi dell’Executive Education Program sul rapporto fra l’evoluzione della scienza e della tecnologia e lo sviluppo economico, l’ambiente e la cultura. Fra i suoi libri tradotti in italiano: La fine del lavoro (1995), Il secolo biotech (1998),  Entropia (1982), L’era dell’accesso (2000), Ecocidio (2001), Economia all’idrogeno (2002), Il sogno europeo (2004).

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Scheda libro

Autore: Jeremy Rifkin
Titolo: La civiltà dell’empatia
Editore: Mondadori
Collana: Saggi
Prezzo: € 22,00
Pagine: 648
Anno: 2010

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