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Occhi e lune, a Villa Manin di Passariano di Codroipo una mostra dedicata ad Alessandro Papetti

Occhi e lune è il titolo della mostra dedicata ad Alessandro Papetti che dal 25 settembre all’ 1 novembre 2010 resterà aperta al pubblico a Villa Manin, Passariano di Codroipo (Udine). In esposizione circa 50 dipinti nei quali l’autore interpreta in chiave contemporanea alcuni temi vicini come sensibilità all’arte di Edvard Munch, dai ritratti ai paesaggi notturni, in una sintonia e continuità ideale motivata dal desiderio di definire l’anima e l’appartenenza.

I suoi quadri, sia che si tratti di interni, di officine vuote o di figure, sono caratterizzati dall’incisività del segno distribuito direttamente sulla superficie della tela, senza l’uso di matita o fusaggine. I colori sono freddi e accompagnano le pennellate sempre vigorose e precise. I viola, i bianchi, i verdi, il grigio, il marrone delineano i personaggi e le cose con una forza e uno spirito di osservazione che non vengono mai meno.

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Si potrebbe definire una sorta di moderno espressionismo: le figure – ritratti o nudi –, gli animali squartati o le macchine in disuso, immobili; le persone sono in piedi con deformanti prospettive verticali o sedute su una vecchia poltrona. Tutto di queste immagini risponde al precipitare del tempo, lacera il silenzio nel quale si consumano le sofferenze nascoste ed esprime una sensazione di lamento che sembra un grido trattenuto. Le forme, le linee si sfilacciano, il colore si incupisce, tutto suggerisce qualcosa di tragico sempre meno riscattabile dalla pittura. La forza espressiva di queste immagini è appena trattenuta dai limiti e dalle esigenze della comunicazione. Papetti sembra indicare come, al di là di questi limiti, non ci sia che l’urlo, la caduta. Davanti a questo vuoto, davanti a questa immobilità e indifferenza, al pittore non sembra rimanere altro che uno sguardo capace di scavare in profondità nei paesaggi attraverso un metodo d’indagine storico-psicologico che pittoricamente ricorre alla tecnica dello straniamento.
Il disorientamento generale dell’uomo crea un vuoto che però è anche condizione di verità, l’unica premessa possibile per un viaggio tra cose e persone incapaci di comunicare. La ricerca continua di Papetti è lo scavo sofferto nella coscienza al fine di recuperarne dei frammenti costruttivi.

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