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“Giorgio de Chirico. Un maestoso silenzio”, mostra al Castello di Miramare di Trieste

Giorgio De Chirico, Archeologi, Olio (tempera all'uovo) su tela, 60x50 cmIl percorso creativo di Giorgio de Chirico sarà raccontato in una mostra che rimarrà aperta al pubblico dal 3 dicembre 2010 al 27 febbraio 2011 alle Scuderie del Castello di Miramare di Trieste. In esposizione 70 dipinti e 20 tra disegni, acquerelli e inchiostri realizzati nella prima metà del Novecento dal grande maestro.

La mostra prende avvio dagli anni Dieci del XX secolo, con capolavori quali La grande Tour del 1915, Enigma della partenza del 1914, Tempio di Apollo a Delfi del 1909-1910, Vaso di Crisantemi del 1912. Proprio quello della piazza rappresenta uno dei temi cardine della Metafisica. De Chirico libera questo spazio, tradizionalmente luogo d’incontro, e lo rende vuoto, quasi irriconoscibile, dove il passato e il presente s’intrecciano dando vita a un tempo sospeso, fino a diventare un palcoscenico popolato da Muse, Manichini, Statue, Oracoli, Arianne.
In quegli anni, l’artista inseguiva un nuovo linguaggio che si differenziasse dagli stilemi impressionisti o dalle nuove ricerche cubiste e futuriste, e che lo portasse a una originale rappresentazione e a sintetizzare le suggestioni provenienti dalla cultura classica della natia Grecia, e dalla scoperta del pensiero di Nietzsche e Schopenhauer.

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Giorgio De Chirico, Cavalli in riva al mare, 1930, Olio su tela, 70x55 cmNei suoi intenti, che anticiparono con rigore quegli elementi che sono alla base dell’espressività contemporanea, c’è il rifiuto dell’antropomorfismo, che consisteva, come affermava lo stesso de Chirico, “nel sopprimere completamente l’uomo come punto di riferimento, come mezzo per esprimere un simbolo, una sensazione o un pensiero”, che ha guidato l’arte fino agli inizi del XX secolo.
Infatti, de Chirico pone l’uomo, non come forma, al centro dei propri lavori. Se gli Impressionisti “fotografano” il mondo esterno come loro appare, se Picasso delinea un nuovo spazio non più prospettico e i Futuristi il moto universale, a lui preme rappresentare quelle sensazioni interiori che sono la linfa vitale dell’animo umano.
Dal palcoscenico delle sue piazze de Chirico prende oggetti reali, togliendo loro ogni funzione reale; struttura così un nuovo linguaggio, ovvero la Metafisica, che ha sì dato avvio al Surrealismo e ai suoi sviluppi, ma che si pone anche alla base di molte ricerche contemporanee.

De Chirico ha ampliato la propria indagine metafisica negli anni Venti e Trenta, mutando totalmente l’iconografia classica delle piazze. Il percorso espositivo darà conto di questa evoluzione attraverso un nucleo di opere di questo periodo, come una Figura femminile del 1922, Interno metafisico e Gli archeologi del 1925, Mobili nella valle del 1927, oltre a Cavalli sulla Spiaggia del 1928, Gladiatori (La Lutte), Cavalli e Dioscuri e Vita silente del 1929, Cavalli in riva al mare del 1930, Ettore e Andromaca del 1935 e si chiuderà con alcune opere particolarmente significative degli anni ’40 e ’50.

L’iniziativa, promossa da Galatea Arte Associazione Culturale, organizzata da Tadino Arte Contemporanea, in collaborazione con la Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia, è curata da Roberto Alberton e Silvia Pegoraro ed è accompagnata da un catalogo Silvana Editoriale.

L’esposizione dedicata a Giorgio de Chirico è parte del progetto Dalla Metafisica all’Arte che, fino al 27 febbraio 2011, vedrà le Scuderie del Castello di Miramare ospitare la personale di Fabio Mauri dal titolo Un sognatore della ragione, che presenterà 5 grandi installazioni, oltre a dipinti e disegni degli anni Cinquanta realizzati dell’artista romano, e la mostra Gli specchi dell’enigma. Artisti intorno a De Chirico, allestita all’interno del Castello, con opere di 15 artisti contemporanei, tra i quali Adami, Ceroli, Chia, De Dominicis, Natham, Schifano e altri, che hanno reso omaggi più o meno espliciti a de Chirico e che si richiamano alla sua poetica.

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