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Recensione | Noi credevamo – Film di Mario Martone

Noi credevamo - Locandina del film
“Noi credevamo” non intende essere un’opera didascalica, una ricognizione storica diligente e fedele, celebrativa e cronachisticamente corretta (com’era stata, a suo tempo, Viva l’Italia, il film che Roberto Rossellini realizzò nel 1960 per il centenario dell’impresa dei Mille). Insensibile alla retorica delle grandi battaglie e dell’eroismo patriottico, la pellicola di Mario Martone sorvola su taluni eventi fondamentali del Risorgimento italiano, dandoli per conosciuti (e tanto peggio per lo spettatore che abbia scarsa dimestichezza con la storia patria), per proporsi come un affresco colorito e sanguigno che abbraccia un ampio arco di tempo (dai primi moti insurrezionali mazziniani alle delusioni postunitarie) e una polifonia di voci e di figure – autentiche e d’invenzione –, entro un progetto di analisi storica che, come già è avvenuto in passato con Visconti e con i fratelli Taviani, fa leva sulla rilettura gramsciana del Risorgimento come rivoluzione mancata e tradita (gli ideali risorgimentali come obiettivo che non giunge a compimento, a causa delle esitazioni della classe dominante).

Una tesi che viene a tradursi, nel film, in un’esplicita intenzione demistificatrice, e dunque nel ricorso a voluti anacronismi (i pilastri di cemento armato che spuntano da una casa non ultimata ad alludere all’identità incompiuta dell’Italia contemporanea), nell’approssimazione con cui sono illustrati certi fenomeni (il brigantaggio meridionale promosso a lotta di popolo), nell’acredine riservata ad alcune figure di rivoluzionari (si pensi alla figura di Crispi, in particolare).

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A noi sembra che i problemi del film siano soprattutto problemi di costruzione narrativa (i tagli operati sulla versione cinematografica, più corta di una quarantina di minuti rispetto a quella televisiva, rendono taluni passaggi un poco oscuri) e di pesantezza ideologica. Alla sceneggiatura, che si ispira assai alla lontana al romanzo omonimo di Anna Banti, ha messo mano Giancarlo De Cataldo. Ora appare all’evidenza come il classicismo austero della Banti mal si concilia con la vocazione allo spettacolo avventuroso di largo respiro del magistrato-romanziere (un feuilleton risorgimentale dello stesso De Cataldo, I traditori, circola in questi giorni nelle librerie; e anche lì eventi e personaggi storici e d’invenzione si mescolano in una trama sin troppo gonfia, tumultuosa e furbesca).

Restano all’attivo di Noi credevamo l’indubbia energia e la bellezza scontrosa delle immagini (splendida la fotografia di Renato Berta), nonché la buona prova degli interpreti, sapientemente diretti da Martone. Il quale Martone – non dimentichiamolo – resta pur sempre uno dei migliori cineasti italiani (forse il migliore in assoluto). E dopo il clamoroso passo falso de L’odore del sangue, è rassicurante ritrovare qui la densità e lo spessore di sguardo, il talento talora dissonante e però lucido, robusto, concreto di un regista che, nel panorama desolato e incolore del nostro cinema, rappresenta pur tuttavia una solida certezza.

Nicola Rossello

Scheda film

Titolo: Noi credevamo
Regia:
Mario Martone
Cast: Luigi Lo Cascio, Valerio Binasco, Francesca Inaudi, Andrea Bosca, Edoardo Natoli,Luigi Pisani, Andrea Renzi, Renato Carpentieri, Guido Caprino, Ivan Franek, Stefano Cassetti, Franco Ravera, Michele Riondino, Roberto De Francesco, Toni Servillo, Luca Barbareschi,Fiona Shaw, Luca Zingaretti, Alfonso Santagata, Peppino Mazzotta, Giovanni Calcagno, Vincenzo Pirrotta, Anna Bonaiuto
Durata: 170 minuti
Genere: Drammatico
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 12 novembre 2010

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