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L’ennemi intime – Film di Florent-Emilio Siri – Recensione

Una scena del film L’ennemi intime

Florent-Emilio Siri accetta di affrontare un tema scabroso, di misurarsi ed esorcizzare i fantasmi di un passato ancora dolente (la “sporca” guerra d’Algeria) con un film che esibisce una messa in scena classica. La secchezza, la concisione, la semplicità narrative tipiche dei modelli hollywoodiani (più ancora che ai codici del film di guerra, viene da pensare alla tradizione gloriosa dei western militari alla John Ford) sono qui restituite in una luce di disfacimento, in un tono più stanco e amaro, più polveroso e funereo, dove la maestosità stessa della cornice paesaggistica (la pellicola è stata girata in Marocco, tra le montagne dell’Atlante: uno scenario accarezzato da una fotografia dai colori spenti, desaturati) conferisce alla vicenda un senso di disillusione, che non manca tuttavia di una sua grandezza.

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Le problematiche di cui si fa portavoce, in particolare, il personaggio di Terrien (un ottimo Benoit Magimel) – i dilemmi sulla giustezza di quel conflitto e sulla liceità dei mezzi con cui l’esercito francese si opponeva alla violenza dei terroristi: mezzi che comportavano anche l’applicazione della tortura, l’uccisione dei prigionieri, la rappresaglia contro i villaggi ostili – impongono al racconto un’andatura contorta e febbrile, talora meccanicamente dimostrativa, che però non giunge mai a soffocarne le potenzialità drammaturgiche: tutte le scene di battaglia – e la scena del bombardamento aereo con il napalm, in particolare – posseggono una loro fosca e disadorna forza spettacolare.

Se il percorso del protagonista – un giovane ufficiale animato da ideali generosi ma ingenui – si configura come un attraversamento dei luoghi del sangue e dell’orrore, un’autentica conradiana discesa agli inferi, al termine della quale l’eroe, privato delle proprie illusioni, giungerà a offrirsi come una sorta di agnello sacrificale, di capro espiatorio, gli atti di ferocia terrificanti praticati dall’FLN (e di riflesso dai militari francesi che li combattono) sembrano alludere a paure e pulsioni oscure e inconfessabili.

Il film, purtroppo, non sa resistere alla tentazione del politicamente corretto (si pensi alla figura dal bambino arabo), e ciò consente alla buona coscienza dello spettatore di giovarsi di una comoda stampella consolatoria e perbenista.

Nicola Rossello

Scheda film

Titolo: L’ennemi intime
Regia: Florent Emilio Siri
Cast: Benoît Magimel, Albert Dupontel, Aurélien Recoing, Marc Barbé, Eric Savin, Mohamed Fellag, Lounès Tazairt, Abdelhafid Metalsi, Vincent Rottiers, Lounès Machene
Durata: 111 minuti
Genere: Drammatico

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