Mosaici d’olio e di ricordi. Dalla sua grande passione per la fotografia, Pietro Cernigliaro riproduce sapientemente con pittura a olio immagini scattate durante le varie fasi della sua vita. Semplici istantanee che intrise di stile, fantasia e talento diventano indelebili. In L’attesa senza tempo – mostra personale dell’artista, esposta a Roma nella sala Egon Von Furstemberg di Palazzo Valentini, fino al 22 giugno 2012– il pittore romano presenta i suoi ultimi lavori.
È mentre sta vivendo un’emozione che Cernigliaro decide di fotografare il soggetto della sua prossima opera: situazioni vissute, città visitate, volti di parenti e amici ma anche persone del tutto sconosciute che raggiunte dall’obiettivo restano, poi, intrappolate per sempre nei tasselli coloratissimi dipinti a olio. «La mia è una tecnica unica, l’ho chiamata “molecolare” – spiega il pittore – perché sembra mettere sotto un microscopio la materia. La critica sostiene che mi ispiro al puntinismo di Georges Seurat, ma le mie sono piccole figure geometriche che seguono lo stile del mosaico».
Cernigliaro gioca molto con le sfumature che permettono la messa a fuoco del soggetto dipinto solo se si osserva la tela a distanza, il suo è un lavoro lungo, di grande pazienza e precisione. «Si passa la propria vita, a volte, nell’attesa di qualcosa, armati, aspettando un nemico da combattere. Nel mio caso si tratta di un giudizio di merito – afferma l’artista – che forse non arriverà mai. Qualcuno, magari, si esprimerà circa i miei lavori quando non ci sarò più: è un’attesa senza tempo. La vita lo è».
Cristiana Ciccolini